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Buona lettura e buona consultazione.

domenica 14 agosto 2016

"LA FIRMA SEGRETA" di Franco Casadei

Cosa può nascondersi dietro un articolo giornalistico, dietro un reportage o all'ombra di una cronaca qualsiasi? Il giornalista s'ingegna a riportare i fatti, a rendere noti a tutti i lettori brani di vita quotidiana, episodi, resoconti e quant'altro possa interessare e coinvolgere la storia e la società di un territorio, di un paese, di una città. Ma cosa può celarsi "dietro" queste storie? Quale mondo autentico può essere svelato, attraverso la cronaca dei fatti? E, cosa più interessante, forse un primo riuscito esperimento letterario in questo campo, può la poesia attingere, prendere spunto, ispirarsi a questi fatti di cronaca?
"La firma segreta" è questo esperimento riuscitissimo, ideato, elaborato e offerto da Franco Casadei, un poeta di tutto rispetto, di quelli che frequentano il mondo dell'arte poetica con serietà, impegno e studio pertinace. Perché la poesia non è cosa di tutti e non è cosa di tutti i giorni, e non basta la semplice "ispirazione", la velleità di scrivere versi anche soltanto per passione e per passatempo, bensì occorre munirsi degli attrezzi necessari, e Dio sa quanti!, e a volte non bastano neppure questi, perché la parola "non viene", non vuole venire, e tutto il costrutto rischia di crollare al primo soffio di vento della banalità. E come disse il grande Valery, "Il primo verso ce lo regala il buon Dio, ma poi tocca a noi poeti sviluppare il resto, e che il tutto diventi una vera poesia".
E dunque bisogna "stuzzicare" il buon Dio perché ci fulmini con la prima impressione, la prima parola. Franco Casadei ha trovato negli articoli della giornalista Marina Corradi questi stimoli, anzi queste "ispirazioni" di prima mano, questi lampi più o meno improvvisi; ma ha certamente dovuto "lavorarci" su con grande entusiasmo, prima di tutto, e poi con la sua comprovata tecnica stilistica e sapienza poetica, sì da elaborarne, alla fine, un lavoro di grande pregio, originalissimo e di considerevole spessore ed efficacia poetica.
E già il titolo, "La firma segreta", vuol dire molto. Come in ogni raccolta poetica di valore, il titolo è di per se stesso, quasi aforisticamente, un enunciato poetico che racchiude e sintetizza in un certo senso tutto il progetto del libro. "La firma segreta" è in un certo qual modo ciò che sta dietro ad un articolo giornalistico, ciò che apparentemente non salta subito agli occhi perché velatamente celato dal fatto, dalla cronaca: tutto un mondo di domande, di perché, di sentimenti, di emozioni, di ragioni profonde che la cronaca non riesce e non può, per ovvii motivi di esposizione giornalistica, considerare. Dice infatti Casadei: "… L'enigma irrisolto, / la mancanza sento, / una mancanza, / la firma segreta / che sta dentro le cose." (Da "La firma segreta", pag. 31). E allora la "firma segreta" è di colui che vede e sottoscrive ciò che sta oltre la cronaca; anzi, è di colui che rivede la cronaca e la amplia in poesia, pur riducendola, forse, in termini e caratteri tipografici: ma la parola poetica ha questa potenza, questo spessore eccezionali, tali da comprendere e far comprendere la totalità delle cose e anche l'oltre. La firma è segreta perché non si vede, non compare, non si identifica; la firma segreta è quella del poeta Franco Casadei, ma si fonde e va in osmosi con l'altra firma, quella della giornalista Marina Corradi.
Ne sortisce un progetto originale e forse unico nel suo genere, come dicevo, e cioè quello di realizzare una serie di componimenti poetici ispirati, nel vero senso della parola, agli articoli giornalistici della Corradi. Ma, si badi bene, non si tratta di rielaborazioni, di trasposizioni o addirittura di traduzioni in poesia partendo dalla cronaca; bensì, verosimilmente, si tratta di creature nuove, di poesie che respirano e rivestono il carattere di universalità partendo da un riferimento circostanziato. E tutto questo è molto bene evidenziato nella "lettera all'autore" scritta da Leonardo Lugaresi alla fine del libro, e la stessa Marina Corradi, nella sua sincera postfazione, affermando che "di poesie, sono certa di non averne mai scritte", in effetti dichiara nel contempo che il lavoro poetico di Franco Casadei ha in pratica un occhio in più, che guarda in profondità e scandaglia l'animo umano e i fatti con una sensibilità maggiore: la firma segreta, appunto!
Ma veniamo al libro.
E' in effetti un libro complesso, profondo, ben articolato, dove la poesia di sostanza, di stile, di grande spessore e di grande intuito, è subito evidente e leggibile con vera partecipazione emotiva; si avverte subito il grande lavoro di cesellatura dei testi, operato dall'autore con cognizione profonda della scrittura poetica, ardua e piena di trabocchetti spinosi. Ma il risultato è, appunto, un poema pulitissimo, lineare e fluido: il lettore viaggia dalla prima all'ultima poesia senza stancarsi, ma lasciandosi trasportare vieppiù nel procedere, da un significativo coinvolgimento emotivo.
La raccolta è suddivisa in quattro sezioni: "Periferie", "Partire o stare", "Maria, tutte", "Se non si muore". Ogni sezione è introdotta da un esergo, costituito da versi di importanti poeti e scrittori.
Franco Casadei ha voluto in questo modo, a mio avviso, raggruppare, riunire e proporre, quattro diversi argomenti, tutti molto complessi e di portata universale, che coinvolgono l'uomo e il consesso civile, la società, il problema della donna, l'aspetto filosofico della vita e del suo divenire. Argomenti che, naturalmente, traggono spunto dagli articoli della Corradi.
Nella prima parte, Franco Casadei tratta la società di periferia: mestizia e squallore delle città metropolitane con le sue storie di degradi e di abbandoni: "In un angolo di metropoli / la vetrina di un caffè / - è l'ora delle strade vuote - / nell'oscurità un bagliore livido / dentro l'orbita cava di finestre… " ("Nighthawks, nottambuli", pag. 14).
In "Partire o stare", la seconda sezione, è il movimento, gli spostamenti e i viaggi, anche metaforici, l'argomento trattato in versi di alta poesia: "Le stazioni, snodi di destini, / le locomotive e il loro affacciarsi ansante / come di animali che / - per tornarsene alla tana - / annusino le impronte…" ("Le stazioni, snodi di destini", pag. 40).
Molto delicata e intensa la terza parte della raccolta, ispirata a "Maria, tutte", e cioè alla donna, madre, figlia, moglie, considerata in tutti i suoi aspetti e figurazioni: "Abbiamo un nome solo, / chiamateci Maria" (Da "Tutte Maria", pag. 56, poesia ispirata all'episodio dell'occupazione di una miniera in Sardegna, nel dicembre del 2014, da parte di donne operaie), e ancora: "Ha la dolorosità di una tragedia classica / l'unico nome che le operaie si sono date, / come un unico volto / nascosto dietro un velo nero".
Infine, in "Se non si muore", l'Autore affronta l'argomento del divenire dell'umanità, del sacrificio e della rinascita. Sapientemente introdotta da un passo del Vangelo di Giovanni: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto" (Giovanni 12,24), la poesia di Franco Casadei in questa sezione finale si allarga, assume un respiro palingenetico, una sorta di incitazione a migliorare e a migliorarsi, essere "seme" per dare nuovi frutti, nel rispetto di una natura benigna che si rinnova incessantemente. E il poeta conclude: "Le rose tardive illividite / scheletriti i filari nelle vigne / luccica l'argilla tagliata delle zolle / di tanta floridezza, / girasoli grinzosi / come facce di vecchie, / resti di pannocchie / e le mie mani secche. / Niente rinasce se non si muore." ("Se non si muore", pag. 70).
Ottima la scelta tipografica e della forma quadrata del volumetto, che permette ad alcuni titoli e versi lunghi di distendersi con armonia e serenità di lettura.
Una poesia nuova e originale nel contenuto, nella fonte ispirativa, nel lavoro intelligente e approfondito operato partendo dagli spunti giornalistici di Marina Corradi. Direi che questo nuovo progetto poetico del Casadei, dopo le già affermate e solide pubblicazioni precedenti, come "Il bianco delle vele", edita nel 2012 da Raffaelli, possa tranquillamente collocarsi tra i più validi e significativi del nostro attuale panorama poetico italiano.

Franco Casadei, "La firma segreta", poesie in dialogo con Marina Corradi, Itaca Edizioni, Castel Bolognese, 2016

G.Vetromile

13/8/16

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La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"