Quando si parla di poesia, e di tutto ciò che in qualche
modo riconduce ad essa, al suo mondo, è facile riferirsi ai grandi personaggi
che hanno dato lustro a questa arte sopraffina e importantissima, sia delle
epoche passate, sia della nostra contemporaneità. E quindi il pensiero va ad
Orazio, Dante, Leopardi, Ungaretti, Montale, Luzi, Merini, per citare solo
qualche Nome illustre della nostra Letteratura.
E' chiaro d'altra parte che accanto a questi Grandi, ce ne
sono stati e ce ne sono altrettanti, validissimi, e l'elenco sarebbe anche
troppo lungo da comporre, che non hanno avuto la stessa notorietà, per vari
motivi che non staremo qui ad esporre. Dico questo, perché ogni qualvolta mi
capita di trovarmi dinanzi ad un libro di un poeta esordiente o già esperto in
questo campo, ma non ancora del tutto affermato, inevitabilmente mi viene da
riflettere sul perché tanta buona qualità poetica non debba essere giustamente
riconosciuta, apprezzata e ulteriormente incoraggiata: quando, invero, mi trovo
dinanzi una poesia che abbia tutte le carte in regola per essere veramente
tale! Non che voglia paragonare il poeta o la poetessa "Ics"
ad uno di quei Grandi di cui sopra, beninteso, ma è certo che la buona Poesia,
facendosi amare e "rapire" già ai primi versi di una raccolta, di un
libro, si manifesta pienamente e dignitosamente anche da parte di chi la vive
parzialmente in ombra e non al sole pieno come i Grandi, i Noti, gli Affermati.
Quando è vera Poesia!
Tutto questo preambolo per dire che Giuseppina Fazio,
poetessa lancianese, è da ritenersi senz'altro appartenente a quella nutrita
schiera di persone (nutrita ma non numerosissima!) che fanno ed esprimono
poesia in modo egregio, anche se non molto conosciute nell'"entourage"
canonico, classico, del panorama letterario e poetico italiano contemporaneo;
almeno per il momento!
Leggendo quindi "Nel rosaio che punge di versi",
ho subito percepito la buona aria della vera poesia, di quelle che ti
meravigliano positivamente già scorrendo i primi versi, e la mia riflessione
immediata è stata appunto quella sui poeti egregi e sulla poesia buona che
purtroppo fatica a diffondersi e che certamente meriterebbe una maggiore
visibilità e affermazione. Cosa che non escluderei a priori per la nostra brava
lancianese Giuseppina Fazio, sorella peraltro di una poetessa già abbastanza
nota: Nicoletta!
I numeri, le cifre, come suol dirsi, in Giuseppina, ci sono
davvero e sono di qualità ineccepibile.
Le sue costruzioni poetiche cominciano quasi in sordina, in
un silenzio di attese e di aperture al mondo: come in un rosaio che punge di
versi, titolo di questa bellissima raccolta poetica, i componimenti di
Giuseppina pungolano, ma senza ferire, l'animo del lettore, quasi a stimolarlo,
a convincerlo ad aprirsi, ad aprire il proprio cuore e la propria mente per
meglio affrontare il cammino del mondo, un rosaio per l'appunto! Ed ella, come
dicevo, si accosta al suo racconto poematico lievemente: "Lumache i
miei / versi / strisciano lente. / Ma fa' che piova... / arriveranno /
all'improvviso / come il temporale, / per riperdersi / al primo raggio / di
sole. / Ma fa' che piova."
Poesie brevi, incisive, delicate, ma nello stesso tempo
pregne di un significato profondo, che va ben al di là della connotazione
scritturale, in quanto le parole, i termini, assumono spessore e a volte un
forte senso metaforico o addirittura allegorico: "La penna che usi /
non semina che disperati / incanti. / Ma le sirene / ti parleranno / ancora /
di chiacchierate solitarie / con un cuore / cui s'appigliano / le spume del
mare. / La nube che t'adombra / sarà acqua / per nuove spighe / e nuovi
papaveri." Così il senso profondo dei suoi versi si allarga a
dismisura, travalica la materia, il mare e il cielo, le ombre, il sole, per
cercare nel mistero del creato la ri-creazione, la nuova speranza, la nuova
fioritura, le nuove spighe. E questo, nonostante il chiacchiericcio delle
sirene accanto, cioé il disturbo di sottofondo della quotidianità asettica e
ortodossa.
E' un canto sommesso rivolto alla natura, un canto
sussurrato ma veemente, che infonde coraggio e speranza: questo il sottile ma
significativo sottofondo o filo conduttore che risulta evidente leggendo le
poesie di Giuseppina Fazio in questo "Rosaio che punge di versi". I
suoi temi poetici spaziano dalla memoria all'ambiente, dalla società alla
natura, a volte sono proiezioni dell'intimo su un tessuto di cielo e di luci
esterno, ma che non è separato, non è diviso dal proprio mondo interiore. A
volte Giuseppina prende ottimi spunti da citazioni di altri, e l'esergo scelto
molto opportunamente all'inizio dei suoi versi non fa che avvalorare l'intera
sua poesia: come in "Versi di contrabbando", per esempio, in cui la
nostra brava poetessa prolunga in un certo qual modo la citazione del Montale
(Non ho che queste parole / che come donne pubblicate / s'offrono a chi le
richiede; ...) per continuare a dire: "Oggi faccio / quattro versi / di
contrabbando / rubati / dalla pila / dei piatti / per lisciarmi / le mani /
dopo tanto ciarpame, / riapro i cassetti, / cerco un foglio, / uno solo, / che
non abbia una notizia, / un deposito d'unto, / un debito di ricordi / con il
cuore. ....."
Un libro ben progettato e realizzato, anche dal punto di
vista tipografico: bello e comodo da portare con sé e da aprire seduto su una
panchina del lungomare o in una piazza medioevale sorvolata dalle rondini
festanti. Una poesia che merita di essere letta e conosciuta ancora di più,
perché Giuseppina Fazio è una di quelle poetesse che lavorano in silenzio e con
studio pertinace, ma con il cuore in mano, con tutto l'amore verso il mondo e
verso l'uomo.
Giuseppina Fazio, "Nel rosaio che punge di versi", Tabula Fati Editore, 2013.
Giuseppe Vetromile
19/6/2014
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