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Buona lettura e buona consultazione.

domenica 10 maggio 2015

"Qualcosa sul vento", il nuovo libro di poesie di Lia Manzi

Sono convinto, e l'ho affermato anche in altre occasioni, che il titolo di un libro, che si tratti di un romanzo o di una raccolta di poesie, è sempre significativo, e quanto più l'autore riesce ad inventare, per il titolo, una frase, una proposizione spiazzante, illuminante, allusiva, al di là del contenuto, tanto più avrà guadagnato credibilità e accoglienza da parte del vasto pubblico. Un titolo che riesce ad incuriosire, a volte persino intrigare, meravigliare, è già un buon biglietto da visita. Perché nel titolo il lettore ci deve trovare non tanto il sunto del libro, poesia o narrativa che sia, ma il cuore, il punto fondamentale, od anche il punto iniziale, da dove poi si deve dipanare tutta la matassa del discorso: la luce del libro, l'anima, appunto.
"Qualcosa sul vento": è dunque questo il titolo originalissimo e simpatico della raccolta di poesie di Lia Manzi. Dico subito che si tratta di una pubblicazione tipograficamente bella, elegante nella sua sobrietà, ben curata. L'occhio vuole la sua parte, anche in poesia, e un libro la cui copertina e la cui confezionatura nell'assieme risultino gradevoli, calde, pulite, prenderà degnamente sulla scrivania del lettore o fra le sue mani direttamente. Ed anche il profumo! E' strano come queste caratteristiche non materiali ma squisitamente sensoriali che accompagnano un libro, specialmente un libro d'arte, come può esserlo un libro poesia, possano suscitare nel lettore una maggiore attenzione e vicinanza al libro stesso!
Il profumo della poesia, dunque! C'è qualcosa che unisce queste sensazioni sensoriali, il profumo, i colori, l'ascolto delle parole, dei versi, al vento: c'è qualcosa sul vento, ma direi anche "nel vento", dove già questo vento niente affatto impetuoso, o per lo meno non sempre impetuoso, è una leggera carezza che porta in sé o con sé tutto il bene, tutto il positivo e tutto l'amore possibile. Lia Manzi è lei stessa generatrice di questo vento, di questo soffio intimo e nello stesso tempo universale, capace di coinvolgere tutte le cose e tutti gli uomini se appena un po', distolti dalle vicende del quotidiano, si volessero soffermare ad ascoltarlo, a recepirlo, a farlo proprio.
La poesia di Lia Manzi è dunque essenzialmente concepita per offrire, per porgere a noi tutti questo soffio di vento, che è poi il soffio del suo cuore, della sua anima; e lo fa con il vento sereno ma costante, colmo di buone notizie e di amore, delle sue parole poetiche. Che sono parole morbide e vellutate, delicate, leggere come l'aria, ma profondamente sincere e coinvolgenti.
"Qualcosa sul vento" è una raccolta omogena di poesie che non afferma ma suggerisce, non accerta ma ci fa intuire, non ribadisce ma lascia nel cuore e nella mente un leggero velo di dubbio, appena quel pizzico giusto che ci serve per sognare e sperare, per desiderare. Il segreto filo conduttore che lega l'una all'altra le liriche di questa raccolta è appunto da ricercare in questa sua leggerezza, in questa sua levità e delicatezza, valori intrinseci della vita altrimenti impossibili da comunicare con soavità estrema sulle ali del vento: ecco dunque cosa possiamo trovare, o ritrovare, nel vento di Lia Manzi: quel sussurro intimo delle cose, quegli afflati d'amore e quei voli di gioia, quegli spasimi e quei trasporti, quei sogni, indispensabili sorrisi e speranze di cui si nutre, si deve nutrire, la vita di tutti i giorni!
Significativa sotto questi aspetti la poesia "Volitudine": "Ho amato poche volte, / mi sono persa in notti d'estate. / La mia poesia, / carne in versi… " ed anche: "Il vento scivola è un'entità musicale…" (Stagioni). Da notare che le poesie di Lia Manzi, in questa raccolta ma anche in generale (credo sia una caratteristica che la contraddistingua), non sono mai statiche, ferme, cioè non si riferiscono a situazioni e stati d'animo immobili, per non dire catartici, bensì sono dinamiche, hanno sempre in sé un moto, un viaggio verso, un andare oltre, forse verso la speranza, forse, anzi sicuramente, verso l'amore pieno: la poesia "Volitudine" ne è un esempio lampante. Ed è per questo che Lia pone nel vento la forza maggiore, il maggiore e migliore sostegno non solo per andare avanti, ma anche per portare a tutti il suo cuore, il suo sussurro intimo d'amore.

Le poesie di Lia Manzi dunque non sono mai slegate l'una dall'altra, ma costituiscono se ben leggiamo e ascoltiamo, un canto unico, che perdura nei nostri cuori, proprio come un delicato sibilo di vento. E' il vento che porta le novità della natura, gli aromi delle stagioni, i profumi dei nuovi campi in fiore, le voci degli uccelli e degli amanti. Così, per similitudine, la poesia di Lia manzi è "qualcosa sul vento", qualcosa che non si definisce materialmente ma sappiamo tutti che c'è: la quintessenza della natura e dell'uomo. E Lia descrive nelle sue poesie tutto questo, con delicatezza e passione, da poetessa sensibilissima quale è, completamente immersa nel cuore della natura e consapevole del suo segreto canto da offrire a tutti.

Giuseppe Vetromile

Lia Manzi, "Qualcosa sul vento", Edizioni IOD, 2015. Prefazione di Ciro Tremolaterra

1 commento:

Il II Volume dell'Antologia "Transiti Poetici"

CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

"Gusti di...versi", Ristorante Albergo dei Baroni, Sant'Anastasia (Na), 13 marzo 2015

La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"