Taccuino Anastasiano è il proseguimento del Blog "Circolo Letterario Anastasiano", con il quale rimane comunque collegato (basta cliccare sul logo del CLA).
Sarà questo un blog essenzialmente dedicato alle recensioni, alle notizie letterarie, alle presentazioni di libri ed agli appuntamenti ed incontri relativi al nostro territorio vesuviano, e non solo: dedicheremo spazio a tutte le notizie interessanti che ci giungeranno, con lo scopo di fornire valide informazioni culturali e spunti di riflessione su temi di carattere poetico e letterario in generale.
Buona lettura e buona consultazione.

lunedì 5 dicembre 2016

Novecento non più, l'Antologia sul Realismo Terminale

NOVECENTO NON PIU' – VERSO IL REALISMO TERMINALE
Antologia Poetica a cura di Diana Battaggia e Salvatore Contessini
Lettera agli Autori di Guido Oldani
La Vita Felice, 2016

Ecco una nuova e bella Antologia, di quelle da tenere sulla scrivania e da leggere di tanto in tanto, per trarne spunti e riflessioni stimolanti sulla poesia contemporanea. E non è poca cosa, dal momento che le raccolte antologiche sono tante e molte di loro vengono realizzate senza un particolare filo conduttore che possa dare un senso al progetto. "Novecento non più", sottotitolo "Verso il realismo terminale", è pertanto un lavoro encomiabile, che si ispira al progetto poetico di Guido Oldani sul Realismo Terminale, l'originale movimento contraddistinto dalla peculiarità del linguaggio poetico che pone maggiormente l'accento sugli oggetti di tutti i giorni anziché sulla natura.

Ottima la selezione dei curatori, Diana Battaggia e Salvatore Contessini, i quali hanno inserito in questa pregevole antologia poeti di tutta Italia con testi aderenti al tema del Realismo Terminale: Eva Laudace dall'Abruzzo, Carla Spinella dalla Calabria, Mimmo Cipriano, Rita Pacilio, Luigi D'Alessio, Antonio Vittorio Guarino e Giuseppe Vetromile dalla Campania, Giusy Cafari Panico, Massimo Silvotti, Sonia Lambertini e Valerio Succi dall'Emilia Romagna, Guido Cupani dal Friuli, Roberto Maggiani, Cinzia Marulli, Tiziana Marini, Rosa Riggio, Maurizio Soldini, Isabella Vicentini e Alexandra Zambà dal Lazio, Aky Vetere dalla Liguria, Paolo Agrati, Linda Ansalone, Alessandra Paganardi, Sabrina Amadori, Maria Elena Danelli, Caterina Davinio, Antonio Devincienti, Izabella Teresa Kostka e Riccardo Lanfranchi, Marina Massenz, Guido Mura, Roskaccio, Fabiano Spessi e Andrea Tavernati dalla Lombardia, Salvatore Sblando, Angelo Donna, Marco G. Maggi, Max Ponte e Silvia Rosa dal Piemonte, Enza Armiento, Antonio Lillo, Alfonso Michele Lotito, Riccardo Benzina, Massimo D'Arcangelo e Michele Toriaco dalla Puglia, Valentina Neri dalla Sardegna, Rita Caramma, Loredana Semantica e Emilio Paolo Taormina dalla Sicilia, Carlotta Zanobini, Adua Biagioli Spadi, Anna Maria Dall'Olio e Carla Malerba dalla Toscana, Stefano Bolognesi dal Trentino, Sylvia Pallaracci e Sergio Pasquandrea dall'Umbria, Anna Toscano e Adalgisa Zanotto dal Veneto, Barbara Carle dagli USA.

(G. Vetromile)

giovedì 13 ottobre 2016

Nasce la "Casa della Poesia di Sant'Agata de' Goti"



E' in via di costituzione una nuova realtà culturale che, partendo dal Comune di Sant'Agata de' Goti, in provincia di Benevento, si espanderà con le sue attività e incontri letterari in tutto il territorio campano e anche fuori regione.
Parliamo della nascente "Casa della Poesia di Sant'Agata de' Goti", una associazione culturale i cui scopi principali saranno quelli di organizzare e realizzare, in base ad un calendario di appuntamenti prestabilito, incontri letterari, di poesia e di arte in genere, con Autori di rilevanza nazionale in questi ambiti, e coinvolgendo in questi incontri le comunità, le istituzioni, in particolare le istituzioni scolastiche, le altre associazioni che operano sul territorio, e in definitiva tutti coloro che amano e sono interessati a seguire il mondo della letteratura e della poesia in particolare.
L'idea è nata in seguito ai frequenti incontri tra le associazioni "Circolo Letterario Anastasiano" di Giuseppe Vetromile e "Circuito d'arte" di Rita Pacilio, che già operano sul territorio campano per la diffusione della cultura e della poesia in particolare, con il Poeta Natale Porritiello, il quale metterà a disposizione la sua accogliente residenza di Sant'Agata de' Goti per ricevere ospiti illustri e organizzare incontri di alto livello letterario.
Ci saranno collaborazioni e interscambi con altre importanti realtà culturali del territorio, come ad esempio l'Associazione "Agorà" di Pratola Serra e il prestigioso Premio Prata, presidente Antonietta Gnerre. L'Associazione inoltre si proietterà sul territorio nazionale chiedendo gemellaggi alle altre "Case della Poesia" già operanti e rinomate, in particolare in Lombardia.
Ma gli incontri non si terranno solamente nella sede principale della nuova Associazione, bensì si effettueranno anche in altre sedi del territorio regionale, avendo tra l'altro già chiesto il Patrocinio ai Comuni di Sant'Agata de' Goti, di Praiano, di Sant'Anastasia, di Tramonti e di Napoli.

La "Casa della Poesia di Sant'Agata de' Goti" inaugurerà il suo ciclo di incontri il prossimo 29 ottobre, ospite il poeta Luigi d'Alessio. Altri ospiti già in programma saranno Massimo Morasso, Francesco Iannone, Giovanni Dotoli, Luigia Sorrentino, Davide Rondoni, Antonetta Carrabs.

sabato 1 ottobre 2016

La Poesia a Teatro

Nasce una nuova rassegna letteraria: "La Poesia a Teatro", ideata e organizzata dal Circolo Letterario Anastasiano con la collaborazione dell'Associazione Culturale "Circuito d'Arte" di San Giorgio del Sannio (Bn). Gli incontri si svolgeranno nell'accogliente Teatro d'Europa di Cesinali (Av), grazie alla disponibilità e ospitalità del Direttore Artistico Luigi Frasca e alla Prima Attrice Angela Caterina, i quali offriranno il loro sostegno e attiva collaborazione nella realizzazione della serie di incontri già programmati, in base ad un calendario che partirà dal prossimo 18 novembre e fino al 5 maggio del 2017, per un totale di ben 8 appuntamenti.
Gli incontri di poesia si terranno il venerdì pomeriggio e saranno tematici: ogni incontro sarà infatti "abbinato" al corrispondente spettacolo teatrale in programma per quel fine settimana (sabato e domenica); saranno invitati poeti del territorio ma anche autori provenienti da fuori regione e voci poetiche di rilievo nell'attuale panorama della poesia italiana.
Ecco qui di seguito il programma degli incontri e, in corrispondenza, gli spettacoli teatrali della nuova Stagione 2016-2017 del Teatro d'Europa:

- 1° Incontro, venerdì 18 novembre 2016 ore 18.30
Voci alte e voci basse: la poesia è un canto o un sussurro?
Incontro abbinato allo spettacolo musicale "'A voce", della Compagnia Artistica "Ditta dell'Arte", che si terrà domenica 20 novembre alle ore 19.30.

- 2° Incontro, venerdì 16 dicembre 2016 ore 18.30
Voci di donne, di amanti, di madri.
Incontro abbinato alla commedia "Filumena Marturano", con Angela Caterina e Luigi Frasca, che si terrà sabato 17 dicembre alle ore 20.30 e domenica 18 dicembre alle ore 19.30.

- 3° Incontro, venerdì 20 gennaio 2017, ore 18.30
Voci di uomini, di mariti, di padri.
Incontro abbinato alla commedia comica musicale "Ho accettato il matrimonio", della Compagnia Teatrale "Jamme… ja", che si terrà domenica 22 gennaio alle ore 19.30.

- 4° Incontro, venerdì 3 febbraio 2017, ore 18.30
Voci di poeti in cerca d'identità.
Incontro abbinato al dramma "Sei personaggi in cerca d'autore", di L. Pirandello, che si terrà sabato 4 febbraio alle 20.30 e domenica 5 febbraio alle 19.30.

- 5° Incontro, venerdì 3 marzo 2017, ore 18.30
Voci di poeti giullari e dialettali.
Incontro abbinato al varietà "Quelli che… il varietà", della Compagnia Stabile del Salone Margherita e del Gambrinus di Napoli, che si terrà sabato 4 marzo alle 20.30 e domenica 5 marzo alle 19.30.

- 6° Incontro, venerdì 24 marzo 2017, ore 18.30
Voci dal sacro e dell'amore impossibile.
Incontro abbinato allo spettacolo "Il canto del narciso nero", di Angela Caterina, che si terrà sabato 25 marzo alle 20.30 e domenica 26 marzo alle 19.30.

- 7° Incontro, venerdì 21 aprile 2017, ore 18.30
Voci dell'anormalità e dell'inusualità.
Incontro abbinato allo spettacolo comico "Il medico dei pazzi", di E. Scarpetta, che si terrà sabato 22 aprile alle 19.30 e domenica 23 aprile alle 20.30.

- 8° Incontro, venerdì 5 maggio 2017, ore 18.30
Voci dei poeti itineranti.
Incontro abbinato allo spettacolo "Viaggi interni", con Angela Caterina e Luigi Frasca, che si terrà sabato 6 maggio alle 19.30 e domenica 7 maggio alle 20.30.

Ulteriori dettagli sul sito del Teatro d'Europa: http://www.teatrodeuropa.com/wp/stagione-201617/


giovedì 29 settembre 2016

Mario Fresa, "In viaggio con Apollinaire"

Dopo "Omaggio a Marziale" e "Catullo vestito di nuovo", ecco una nuova interessante "rivisitazione" dell'ottimo poeta, critico e saggista salernitano Mario Fresa, intitolata "In viaggio con Apollinaire", artistica plaquette edita da L'Arca Felice. Si tratta anche qui di una intelligente scelta di dieci testi del grande poeta francese Guillaume Apollinaire, ben tradotti dall'acume creativo del nostro Mario Fresa: Topino e Gambero da "Il Bestiario; Campane, Costellazione, Alberghi, Corni da caccia e La bianca neve da "Alcools" (l'opera più significativa di Apollinaire); Piove e Metamorfosi, da "Calligrammi", e infine "Scena notturna del 22 aprile 1915".
Il volumetto si presenta con un pregevole inserto grafico dell'artista Massimo Dagnino, autore anche del disegno di copertina e degli interni.
La Direzione Editoriale e Artistica è di Ida Borrasi.
Un lavoro davvero pregevole, sia per la veste tipografica, sia per il contenuto: grazie alle traduzioni di Mario Fresa, è possibile e piacevole la riproposta di lettura di poeti classici e di autori importanti che hanno dato un contributo altissimo alla letteratura e alla poesia italiana ed europea.


G.V.
29/9/2016

lunedì 19 settembre 2016

L'EDIZIONE SPECIALE DELLA RIVISTA "ARTE & CARTE" PER IL 25° ANNO DI PUBBLICAZIONE

La prestigiosa rivista napoletana "Arte & Carte", diretta da Antonio Filippetti, compie 25 anni. Per gli "addetti ai lavori", ma anche per tutti coloro che amano l'arte in tutte le sue multiformi espressioni, si tratta di un avvenimento importante nella storia della cultura letteraria e artistica di Napoli città ma anche di quella regionale e nazionale.
"Arte & Carte" è edita dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e include nei suoi vari numeri puntualmente usciti in questi densi e intensi anni di pubblicazione, argomenti di letteratura, di arte, di musica, di cinema, di teatro, di fotografia, design, grafica, comunicazione e curiosità culturali, e, in fondo, "tutto quanto ha a che fare con la creatività".
Il numero speciale dedicato ai 25 anni della Rivista, oltre a vari interessanti articoli di arte e di letteratura, riporta in particolare una breve ma significativa antologia di poeti contemporanei, curata dallo stesso Filippetti, e che fa riferimento alla rassegna "Liberi in poesia". Riportiamo qui di seguito quanto Filippetti scrive nell'introduzione:
Gli autori raccolti in questo inserto riaffermano con i loro testi la volontà di contrastare l'imperante livellamento delle coscienze, nella convinzione anche della necessità di misurare e confrontare il libero pensiero. E' stato detto e ripetuto più volte che nell'afasia generata da un linguaggio che ha perduto le sue peculiarità comunicative, si corre il rischio di "morire di silenzio". Per continuare viceversa ad estrinsecare la propria ragion d'essere e il bisogno di esistere, "Liberi in poesia" richiama intorno a sé quegli operatori della creatività che – ciascuno portatore del proprio linguaggio – intendono ancora far sentire e proporre il senso ed il valore della libertà espressiva.
Molti nomi illustri della poesia contemporanea figurano nell'inserto di questo numero speciale di Arte & Carte, tra i quali alcuni, purtroppo, ci hanno lasciato. Ecco dunque i poeti che hanno contribuito con i loro testi a dare un contributo fattivo e concreto allo spirito di "Liberi in poesia":

Antonio Spagnuolo, Lucia Stefanelli, Antonio Cervelli, Enzo Dall'Ara, Marisa Papa Ruggiero, Giuseppe Bilotta, Giuseppe Vetromile, Rita Felerico, Ciro Vitiello, Ugo Piscopo, Alberto Moriconi, Corrado Calabrò, Antonio Napolitano, Carlo Felice Colucci, Stelio Maria Martini, Gianni Spataro, Costanzo Ioni, Enzo Cappiello, Pasquale Balestriere, Anna Maria Petrova – Ghiuselev, Arnolfo Petri, Raffaele Urraro, Gioconda Marinelli, Esther Basile, Francesco Filia.

martedì 13 settembre 2016

La Poesia a teatro, la nuova rassegna letteraria del C.L.A.

Nasce una nuova rassegna di poesia, ideata dal Circolo Letterario Anastasiano con la collaborazione delle Associazioni Culturali "Circuito d'Arte" di San Giorgio del Sannio (Bn) e "Agorà" di Pratola Serra (Av). Gli incontri si svolgeranno nell'accogliente Teatro d'Europa di Cesinali (Av), grazie alla disponibilità e ospitalità del Direttore Artistico Luigi Frasca e alla Prima Attrice Angela Caterina, i quali offriranno il loro sostegno e attiva collaborazione nella realizzazione della serie di incontri già programmati, in base ad un calendario che partirà dal prossimo 18 novembre e fino al 5 maggio del 2017, per un totale di ben 8 appuntamenti.
Gli incontri di poesia si terranno il venerdì pomeriggio e saranno tematici: ogni incontro sarà infatti "abbinato" al corrispondente spettacolo teatrale in programma per quel fine settimana (sabato e domenica); saranno invitati poeti del territorio ma anche autori provenienti da fuori regione e voci poetiche di rilievo nell'attuale panorama della poesia italiana.
Ecco qui di seguito il programma degli incontri e, in corrispondenza, gli spettacoli teatrali della nuova Stagione 2016-2017 del Teatro d'Europa:

- 1° Incontro, venerdì 18 novembre 2016 ore 18.30
Voci alte e voci basse: la poesia è un canto o un sussurro?
Incontro abbinato allo spettacolo musicale "'A voce", della Compagnia Artistica "Ditta dell'Arte", che si terrà domenica 20 novembre alle ore 19.30.

- 2° Incontro, venerdì 16 dicembre 2016 ore 18.30
Voci di donne, di amanti, di madri.
Incontro abbinato alla commedia "Filumena Marturano", con Angela Caterina e Luigi Frasca, che si terrà sabato 17 dicembre alle ore 20.30 e domenica 18 dicembre alle ore 19.30.

- 3° Incontro, venerdì 20 gennaio 2017, ore 18.30
Voci di uomini, di mariti, di padri.
Incontro abbinato alla commedia comica musicale "Ho accettato il matrimonio", della Compagnia Teatrale "Jamme… ja", che si terrà domenica 22 gennaio alle ore 19.30.

- 4° Incontro, venerdì 3 febbraio 2017, ore 18.30
Voci di poeti in cerca d'identità.
Incontro abbinato al dramma "Sei personaggi in cerca d'autore", di L. Pirandello, che si terrà sabato 4 febbraio alle 20.30 e domenica 5 febbraio alle 19.30.

- 5° Incontro, venerdì 3 marzo 2017, ore 18.30
Voci di poeti giullari e dialettali.
Incontro abbinato al varietà "Quelli che… il varietà", della Compagnia Stabile del Salone Margherita e del Gambrinus di Napoli, che si terrà sabato 4 marzo alle 20.30 e domenica 5 marzo alle 19.30.

- 6° Incontro, venerdì 24 marzo 2017, ore 18.30
Voci dal sacro e dell'amore impossibile.
Incontro abbinato allo spettacolo "Il canto del narciso nero", di Angela Caterina, che si terrà sabato 25 marzo alle 20.30 e domenica 26 marzo alle 19.30.

- 7° Incontro, venerdì 21 aprile 2017, ore 18.30
Voci dell'anormalità e dell'inusualità.
Incontro abbinato allo spettacolo comico "Il medico dei pazzi", di E. Scarpetta, che si terrà sabato 22 aprile alle 19.30 e domenica 23 aprile alle 20.30.

- 8° Incontro, venerdì 5 maggio 2017, ore 18.30
Voci dei poeti itineranti.
Incontro abbinato allo spettacolo "Viaggi interni", con Angela Caterina e Luigi Frasca, che si terrà sabato 6 maggio alle 19.30 e domenica 7 maggio alle 20.30.

Ulteriori dettagli sul sito del Teatro d'Europa: http://www.teatrodeuropa.com/wp/stagione-201617/




sabato 10 settembre 2016

La Decima Edizione del prestigioso Premio Prata, "La Cultura nella Basilica"

Decima Edizione 2016
LA CULTURA NELLA BASILICA

Il Premio Prata “La Cultura nella Basilica” è giunto ai nastri di partenza. L’evento ha ricorrenza annuale e, col tempo, è riuscito a porsi all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e internazionale, tanto da essere inserito nei circuiti di rete del sito dell’UNESCO. La cerimonia di premiazione della decima edizione si terrà sabato 17 settembre, alle ore 19.30, nello splendido scenario della Basilica Paleocristiana della SS. Annunziata (Prata P.U. Avellino). A condurre la manifestazione, come di consuetudine, saranno Gigi Marzullo, giornalista RAI, e Stefania Marotti, giornalista de “Il Mattino”. Madrina della serata la giornalista Barbara Ciarcia. I saluti saranno affidati a Gianni Festa direttore de “Il Quotidiano del Sud”. Ospite della serata l’attore Sebastiano Somma. Recital di Paolo De Vito “Gente di mare e di terra”.
Il Premio è curato e gestito dall’Associazione Premio Prata con presidente Antonietta Gnerre e vice presidente Armando Galdo. Il Premio si articola in varie sezioni con lo scopo di esaltare il mondo
culturale, della comunicazione, della ricerca scientifica e dell’impegno sociale.
Premio Irpinia nel Mondo al film “Ultima Fermata” di Giambattista Assanti con Sergio Assisi, Claudia Cardinale, Luca Lionello, Francesca Tasini.
Un parterre di premiati davvero eccezionale in questa edizione. Riceveranno il Premio Prata 2016:
Fabio Zavattaro, giornalista e vaticanista del Tg1, Bianca Garavelli, dantista e critica letteraria di “Avvenire”, Andrea Caterini, saggista e critico letterario de “Il Giornale”, Daniele Piccini, poeta e

critico letterario del “Corriere Della Sera”, Luisa Castro, scrittrice e direttrice dell’Istituto Cervantes di Napoli, Antonio Riccardi, poeta e direttore editoriale, Ida D’Onofrio, dirigente e ricercatrice, Paola Nazzaro, stilista, Maurizio Soldini, medico, filosofo e poeta, Igiaba Scego, scrittrice e collaboratrice dei quotidiani “Il Manifesto” e “L’Unità”, Salvatore Esposito, presidente del consorzio “Mediterranea Sociale”, Giovanni Sirignano, dottore e ricercatore.

lunedì 22 agosto 2016

"Una luce sorveglia l'infinito": La nuova Antologia curata da Antonietta Gnerre e Rita Pacilio

‘Una luce sorveglia l’infinito’ (Tutto è misericordia) La Vita Felice, 2016
Le curatrici: Antonietta Gnerre e Rita Pacilio


È la parola stessa – capax aeterni – a chiedere al
poeta di essere portata in grembo con obbediente
e creativa ospitalità, un grembo che sia cuore 
attentissimo non solo alla voce del cielo, ma anche 
alla storia del mondo e al respiro della vita. 
 

Padre Bernardo Francesco Gianni


Questo libro è unito da una forza che diventa impronta, suono, colore, immagine. Il titolo, tratto da un verso di Piero Bigongiari, rispecchia il percorso spirituale di quest’antologia, lo spirito che viaggia nel mondo. I testi sono vestiti da una fragranza che sboccia dal fiore della mente, dall’osservazione e da quei riverberi silenziosi che legano le cose. Il corpo poetico, ricco di fragilità e sapienza, di natura e volontà, di verifica e visione, resiste al crollo occasionale della scelleratezza umana e salva dal pericolo di vuoto l’intimità universale del mondo. È un compito arduo, quello del poeta, partorire e nutrire il corpo di ogni nato trasfigurando, in maniera letteraria, il corpus animae di tutti. Ereditiamo, quindi, innumerevoli microfacce, spesso immaginate, articolate, amplificate e finte, che ci inseriscono in altrettanti ventri in cui sintetizziamo bisogni e desideri, conflitti e idee. Se il corpo continua a cercare la pace interiore e quella sociale, nonostante l’edificazione e i crolli delle guerre, le mercificazioni, le ideologie e le mitologie, l’anima mira anche alla gioia, alla misericordia e al perdono attraverso il silenzio e la preghiera. 

Riconoscere la dignità da parte dei letterati illuminati è un’azione nobile, che l’uomo deve compiere, per sentirsi parte attiva e responsabile del cosmo. Il bene comune presuppone il rispetto del­la persona umana in quanto tale, con diritti fon­damentali e inalienabili, ordinati al suo sviluppo integrale. L’atto misericordioso di Dio diventa carne e famiglia, oggetti e natura, architettura, pensiero intellettuale e poesia.

(dall’introduzione delle curatrici)


Gli Autori

Antonella Anedda
Marco Bellini
Nicola Bultrini
Claudio Damiani
Cinzia Demi
Giuseppe Langella
Eliza Macadan
Guido Oldani
Elio Pecora
Davide Rondoni
Morten Søndergaard


Gli Autori

Antonella Anedda
La poesia plasma le ferite con una flessibilità vitale e specifica, respira sulla carta riuscendo a far intuire e intravedere, per l’attenzione ai minimi dettagli, l’energia che muove i gesti. Il fluire di reminiscenze e di affetti sviluppa in versi un racconto intimo.

Marco Bellini
L’autore esce ed entra nel reale per trasformare in poesia gli attimi che si annullano quando la definizione psicologica diventa corpo-materia; definisce in modo acuto le distanze temporali tra ciò che è stato e ciò che rimane: non sfugge la definizione dei parametri che indicano gli abissi e ci dona, con autentico rigore, i movimenti armonici tra l’esistenza morale e la sapienza dell’intelletto. 

Nicola Bultrini
Emerge dai suoi versi una vastità immaginativa che si versa in un fiume in piena per richiamare voci, echi lontani, ansie e sospiri. Una parola, che diviene un grimaldello, che spalanca l’imperiosa forza dei sentimenti. Questo autore regola i propri versi e li piega con una lingua (logos) che cerca di comprendere il mondo.  

Claudio Damiani
Una sintonia tra sostanza e forma, l’effetto di una continua tensione verso l’essenza, l’assoluto. Un canto che restituisce il senso di un viaggio, un peregrinare inesauribile che modella, plasma e interroga, circa il legame fra poesia, natura e scienza. 

Cinzia Demi
L'autrice imprigiona ogni ipotesi di significato dell’amore in una dimensione mistica e umana, che parte dall’inizio della conoscenza fino al punto di arrivo, il cuore mondo, senza moralismi o ovvie meditazioni. Non c’è un animo senza ardore, non c’è solitudine, ma domande sottese ai grandi misteri.

Giuseppe Langella
Il paradossale si rovescia intorno alla quotidianità e il rischio materico finisce per fondersi, confondersi con la vulnerabilità. L’inquietudine e il suo superamento sono la limitazione che deriva dal confronto con il reale: il nostro muoverci nel mondo accade in forma dualistica e accesa.

Eliza Macadan
La forza dei versi è nella conoscenza degli enigmi primordiali: l’autrice mostra il suo rapporto intimo con la riflessione filosofica e inverte i parametri allegorici, per recuperare il fulcro della memoria. La vita orientata dai simboli viene gestita dal fare relativo e la visione del mondo si converte in duplici facciate.

Guido Oldani
La sua poesia rivela il bisogno di  ritrovare un linguaggio che, in quest’epoca tecnicizzata, smascheri l’artificiosità e sappia ridare, attraverso l’ironia, la vitalità e la dignità smarrita dall’uomo. Infatti, per arrivare alle coscienze, è necessario che la poesia prevarichi l’urbanizzazione esasperata ed esasperante, si sottragga dalla bufera “terminale”, utilizzando tutta la bontà ottimistica dell’ironia, del pungente sarcasmo, al fine di superare la malinconia e la nostalgia delle ideologie passate. 

Elio Pecora
Filtra emozioni e pensieri con penna raffinata. Le sue poesie si lasciano leggere con partecipazione. I versi procedono col supporto di un impulso automatico rendendo costantemente fragile, misterioso e sfuggente ogni forma di vita narrata. Una poesia esemplare a partire dall’attento spartito. Le parole rimandano le luci del cosmo, oltrepassano le tensioni del pathos, i dolori, le perdite, il visibile.

Davide Rondoni
La sua poetica è caratterizzata da una continua ricerca che osserva l’incendio delle emozioni in musiche di parole. Un pensiero in versi che innalza il vissuto in miriadi di sensazioni stabilite dalla realtà. La sua parola è in continuo movimento e sorveglia, con precisione linguistica, i motivi passionali dell’agire umano. Una poesia elegante che evoca stupore, perché porta in superficie l’anima delle cose.

Morten Søndergaard
Il linguaggio è la sua materia e il suo mestiere: è anche traduttore, artista del suono ed editor e non si stanca di sperimentare nuove forme del linguaggio, diverse conformazioni della parola poetica e varie maniere di presentarla. La sua poesia rispecchia i suoi personaggi: sempre in movimento, sempre diretta da qualche parte. è dinamica, sempre in cammino. [I versi di M. Søndergaard qui raccolti sono stati tradotti da Bruno Berni].



Le Curatrici
Antonietta Gnerre, nata ad Avellino nel 1970, è poeta, critico letterario, scrittrice, saggista, giornalista. Laureata in Scienze Religiose si occupa come studiosa della poesia religiosa del Novecento. Collabora con la Cattedra di Diritto e Letteratura del Prof. Felice Casucci, Università del Sannio (BN) e con l’Università Irpina del Tempo Libero di Avellino. Ha pubblicato le sillogi poetiche: Il Silenzio della Luna (Menna 1994), Anime di Foglie (Delta 3 1996), Fiori di Vetro – Restauri di Solitudine (Fara 2007), Preghiere di una Poetessa (Fara 2008), PigmenTi (L’Arca Felice 2010), I ricordi dovuti (Progetto Cultura 2015) e i saggi Meditazione poetica e Teologica in Mario Luzi (Delta 3 2008), Cristina Campo – Il viaggio silenzioso e spirituale, Il silenzio del diritto, saggi di Diritto e Letteratura, a cura di Felice Casucci (esi 2013). È presidente del Premio Internazionale «Prata», la cultura nella Basilica. Collabora con «Il Quotidiano del Sud» e su
riviste di cultura poetica, cartacee e on line.


Rita Pacilio (Benevento 1963) è poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare. Curatrice di lavori antologici, editing, lettura/valutazione testi poetici è autrice di brevi saggi, tra cui La fede come metafora comunicativa: è possibile la fede sociale? (Fara 2013). Per l’Università degli Studi del Sannio ha collaborato al saggio Famiglia e società. Organizza e promuove eventi culturali. Ha pubblicato prefazioni, approfondimenti, articoli, recensioni e note di
lettura su riviste, blog di settore. Presidente e giurata di premi letterari e di associazioni culturali, ha coordinato laboratori e progetti di poesia nelle scuole. Sue recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice 2012), Quel grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015). Per la narrativa: Non camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria 2011). La principessa con i baffi (Scuderi Edizioni 2015) è la sua fiaba per bambini.





domenica 14 agosto 2016

Taccuino Anastasiano: "LA FIRMA SEGRETA" di Franco Casadei

Taccuino Anastasiano: "LA FIRMA SEGRETA" di Franco Casadei: Cosa può nascondersi dietro un articolo giornalistico, dietro un reportage o all'ombra di una cronaca qualsiasi? Il giornalista s&#39...

"LA FIRMA SEGRETA" di Franco Casadei

Cosa può nascondersi dietro un articolo giornalistico, dietro un reportage o all'ombra di una cronaca qualsiasi? Il giornalista s'ingegna a riportare i fatti, a rendere noti a tutti i lettori brani di vita quotidiana, episodi, resoconti e quant'altro possa interessare e coinvolgere la storia e la società di un territorio, di un paese, di una città. Ma cosa può celarsi "dietro" queste storie? Quale mondo autentico può essere svelato, attraverso la cronaca dei fatti? E, cosa più interessante, forse un primo riuscito esperimento letterario in questo campo, può la poesia attingere, prendere spunto, ispirarsi a questi fatti di cronaca?
"La firma segreta" è questo esperimento riuscitissimo, ideato, elaborato e offerto da Franco Casadei, un poeta di tutto rispetto, di quelli che frequentano il mondo dell'arte poetica con serietà, impegno e studio pertinace. Perché la poesia non è cosa di tutti e non è cosa di tutti i giorni, e non basta la semplice "ispirazione", la velleità di scrivere versi anche soltanto per passione e per passatempo, bensì occorre munirsi degli attrezzi necessari, e Dio sa quanti!, e a volte non bastano neppure questi, perché la parola "non viene", non vuole venire, e tutto il costrutto rischia di crollare al primo soffio di vento della banalità. E come disse il grande Valery, "Il primo verso ce lo regala il buon Dio, ma poi tocca a noi poeti sviluppare il resto, e che il tutto diventi una vera poesia".
E dunque bisogna "stuzzicare" il buon Dio perché ci fulmini con la prima impressione, la prima parola. Franco Casadei ha trovato negli articoli della giornalista Marina Corradi questi stimoli, anzi queste "ispirazioni" di prima mano, questi lampi più o meno improvvisi; ma ha certamente dovuto "lavorarci" su con grande entusiasmo, prima di tutto, e poi con la sua comprovata tecnica stilistica e sapienza poetica, sì da elaborarne, alla fine, un lavoro di grande pregio, originalissimo e di considerevole spessore ed efficacia poetica.
E già il titolo, "La firma segreta", vuol dire molto. Come in ogni raccolta poetica di valore, il titolo è di per se stesso, quasi aforisticamente, un enunciato poetico che racchiude e sintetizza in un certo senso tutto il progetto del libro. "La firma segreta" è in un certo qual modo ciò che sta dietro ad un articolo giornalistico, ciò che apparentemente non salta subito agli occhi perché velatamente celato dal fatto, dalla cronaca: tutto un mondo di domande, di perché, di sentimenti, di emozioni, di ragioni profonde che la cronaca non riesce e non può, per ovvii motivi di esposizione giornalistica, considerare. Dice infatti Casadei: "… L'enigma irrisolto, / la mancanza sento, / una mancanza, / la firma segreta / che sta dentro le cose." (Da "La firma segreta", pag. 31). E allora la "firma segreta" è di colui che vede e sottoscrive ciò che sta oltre la cronaca; anzi, è di colui che rivede la cronaca e la amplia in poesia, pur riducendola, forse, in termini e caratteri tipografici: ma la parola poetica ha questa potenza, questo spessore eccezionali, tali da comprendere e far comprendere la totalità delle cose e anche l'oltre. La firma è segreta perché non si vede, non compare, non si identifica; la firma segreta è quella del poeta Franco Casadei, ma si fonde e va in osmosi con l'altra firma, quella della giornalista Marina Corradi.
Ne sortisce un progetto originale e forse unico nel suo genere, come dicevo, e cioè quello di realizzare una serie di componimenti poetici ispirati, nel vero senso della parola, agli articoli giornalistici della Corradi. Ma, si badi bene, non si tratta di rielaborazioni, di trasposizioni o addirittura di traduzioni in poesia partendo dalla cronaca; bensì, verosimilmente, si tratta di creature nuove, di poesie che respirano e rivestono il carattere di universalità partendo da un riferimento circostanziato. E tutto questo è molto bene evidenziato nella "lettera all'autore" scritta da Leonardo Lugaresi alla fine del libro, e la stessa Marina Corradi, nella sua sincera postfazione, affermando che "di poesie, sono certa di non averne mai scritte", in effetti dichiara nel contempo che il lavoro poetico di Franco Casadei ha in pratica un occhio in più, che guarda in profondità e scandaglia l'animo umano e i fatti con una sensibilità maggiore: la firma segreta, appunto!
Ma veniamo al libro.
E' in effetti un libro complesso, profondo, ben articolato, dove la poesia di sostanza, di stile, di grande spessore e di grande intuito, è subito evidente e leggibile con vera partecipazione emotiva; si avverte subito il grande lavoro di cesellatura dei testi, operato dall'autore con cognizione profonda della scrittura poetica, ardua e piena di trabocchetti spinosi. Ma il risultato è, appunto, un poema pulitissimo, lineare e fluido: il lettore viaggia dalla prima all'ultima poesia senza stancarsi, ma lasciandosi trasportare vieppiù nel procedere, da un significativo coinvolgimento emotivo.
La raccolta è suddivisa in quattro sezioni: "Periferie", "Partire o stare", "Maria, tutte", "Se non si muore". Ogni sezione è introdotta da un esergo, costituito da versi di importanti poeti e scrittori.
Franco Casadei ha voluto in questo modo, a mio avviso, raggruppare, riunire e proporre, quattro diversi argomenti, tutti molto complessi e di portata universale, che coinvolgono l'uomo e il consesso civile, la società, il problema della donna, l'aspetto filosofico della vita e del suo divenire. Argomenti che, naturalmente, traggono spunto dagli articoli della Corradi.
Nella prima parte, Franco Casadei tratta la società di periferia: mestizia e squallore delle città metropolitane con le sue storie di degradi e di abbandoni: "In un angolo di metropoli / la vetrina di un caffè / - è l'ora delle strade vuote - / nell'oscurità un bagliore livido / dentro l'orbita cava di finestre… " ("Nighthawks, nottambuli", pag. 14).
In "Partire o stare", la seconda sezione, è il movimento, gli spostamenti e i viaggi, anche metaforici, l'argomento trattato in versi di alta poesia: "Le stazioni, snodi di destini, / le locomotive e il loro affacciarsi ansante / come di animali che / - per tornarsene alla tana - / annusino le impronte…" ("Le stazioni, snodi di destini", pag. 40).
Molto delicata e intensa la terza parte della raccolta, ispirata a "Maria, tutte", e cioè alla donna, madre, figlia, moglie, considerata in tutti i suoi aspetti e figurazioni: "Abbiamo un nome solo, / chiamateci Maria" (Da "Tutte Maria", pag. 56, poesia ispirata all'episodio dell'occupazione di una miniera in Sardegna, nel dicembre del 2014, da parte di donne operaie), e ancora: "Ha la dolorosità di una tragedia classica / l'unico nome che le operaie si sono date, / come un unico volto / nascosto dietro un velo nero".
Infine, in "Se non si muore", l'Autore affronta l'argomento del divenire dell'umanità, del sacrificio e della rinascita. Sapientemente introdotta da un passo del Vangelo di Giovanni: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto" (Giovanni 12,24), la poesia di Franco Casadei in questa sezione finale si allarga, assume un respiro palingenetico, una sorta di incitazione a migliorare e a migliorarsi, essere "seme" per dare nuovi frutti, nel rispetto di una natura benigna che si rinnova incessantemente. E il poeta conclude: "Le rose tardive illividite / scheletriti i filari nelle vigne / luccica l'argilla tagliata delle zolle / di tanta floridezza, / girasoli grinzosi / come facce di vecchie, / resti di pannocchie / e le mie mani secche. / Niente rinasce se non si muore." ("Se non si muore", pag. 70).
Ottima la scelta tipografica e della forma quadrata del volumetto, che permette ad alcuni titoli e versi lunghi di distendersi con armonia e serenità di lettura.
Una poesia nuova e originale nel contenuto, nella fonte ispirativa, nel lavoro intelligente e approfondito operato partendo dagli spunti giornalistici di Marina Corradi. Direi che questo nuovo progetto poetico del Casadei, dopo le già affermate e solide pubblicazioni precedenti, come "Il bianco delle vele", edita nel 2012 da Raffaelli, possa tranquillamente collocarsi tra i più validi e significativi del nostro attuale panorama poetico italiano.

Franco Casadei, "La firma segreta", poesie in dialogo con Marina Corradi, Itaca Edizioni, Castel Bolognese, 2016

G.Vetromile

13/8/16

martedì 19 luglio 2016

Le "Emozioni in petali" di Flora De Biase

A un progetto di poesia si affida sovente il proprio cuore segreto. Sappiamo bene che la poesia, al di là di ogni possibile e a volte opinabile definizione, è in effetti un genere letterario figlio diretto di una capacità creativa di notevole significazione e importanza. Capacità creativa che nella fattispecie si organizza e si manifesta, si esprime, sotto forma di scrittura altra, diversificandosi del tutto dalle altre modalità: comunicazione, parlata quotidiana, cronaca, e perfino narrativa.
Il fatto è che alla poesia si affida il compito di dire le cose che, diversamente e in altri contesti, non si hanno la forza e il pudore di dire, e sono cose che, spesso, neanche l'autore si immagina. Scrivere di poesia è un dono, è un talento che molti hanno, molti credono di avere, molti non immaginano neanche di possedere e pertanto non si accingono neanche a scrivere un solo verso. Ma quando "scatta" quell'impulso interiore, allora ecco il fiume in piena, a volte persino incontrollato, delle parole in versi. Certo, il poeta di mestiere poi le affina, quelle parole, le "lavora", le gestisce. Ma l'impeto è nato ed è inarrestabile. Alla poesia l'autore affida i suoi segreti, quelli che forse neanche lui conosce profondamente.
Ed è proprio così che Flora De Biase concretizza e realizza il suo progetto creativo, affidando appunto ai suoi versi le segrete emozioni, tutto il pathos e in fin dei conti tutta la sua umanità: donna come tante altre, dedita alla famiglia, con esperienze di volontariato sociale che le hanno permesso, e le permettono, di conoscere le tragedie umane più grandi, e quindi di andare direttamente al cuore della persona, a leggervi dentro, a lenirne le sofferenze e i patimenti fisici, ma anche psicologici. Una donna dotata di grande sensibilità, che riesce a vedere al di là della pelle e delle parole, e che proprio grazie a ciò l'arte, il disegno e soprattutto la poesia, sono diventate la maggiore espressione della sua ricca personalità. La musa poetica ha voluto premiarla donandole un talento e una inclinazione che Flora De Biase ha accolto con onestà, direi con umiltà, ma anche con grande passione ed entusiasmo, inducendola a scoprire vieppiù il suo mondo interiore, a studiarlo e a sondarlo sempre più in profondità, per trarne quei frutti poetici che si sono poi materializzati in questo libro, "Emozioni in petali", suo primo lavoro in quest'ambito.
Si tratta di componimenti lineari e diretti, che prendono spunto direttamente dalla nobiltà e purezza d'animo dell'autrice. Ella vuole esprimere emozioni e donarle al mondo, ai lettori, e lo fa utilizzando appunto un versificare sobrio, pulito, scevro da possibili tentazioni di sovrastrutturare il significato e il contenuto dei suoi testi. Poesie d'amore, essenzialmente. Quell'amore tanto provato e sofferto, che l'autrice espande a dismisura, perché "Lo cerchi nel guardare l'orizzonte / lo vorresti vicino a te / ma non sai se esiste / quest'amore impossibile" (pag. 14).
Flora De Biase utilizza sovente un altro sé nella sua progressione poetica, come se fosse la sua ombra o il suo riflesso a dire le cose e non lei direttamente: "Lei che ad ogni caduta / ti porge la mano / per rialzarti…" ("L'ombra", pag. 20); ella in questo modo fa parlare direttamente la propria anima segreta, cercando il più possibile di allontanare la razionalità nel dispiegare le sue forti emozioni, per non cadere facilmente in una ovvietà superficiale e del tutto personale. Infatti, la sua pronuncia poetica, che in qualche tratto è persino denuncia, si universalizza, abbracciando le pene d'amore e le sofferenze di tutte le donne e di tutta l'umanità: "La felicità / è solo per pochi / e chi l'ha vissuta sa / che è come un lampo / che resta impresso / negli occhi" (pag 35).
Un libro interessante, insomma, intriso di sentimenti buoni e di perdono verso coloro che hanno tradito l'amore e i valori familiari: ma un perdono non ingenuo e non debole, bensì pregno di una forza di vita e di desiderio a procedere comunque lungo le difficili vie dell'esistenza, con matura consapevolezza e, in fondo, con grande speranza.

Flora De Biase, "Emozioni in petali", Youcanprint, 2016

Giuseppe Vetromile

18/7/16

lunedì 13 giugno 2016

Il "Rendez-vous" poetico di Libera Nasti

Il mondo poetico espresso da un autore attinge inevitabilmente dalla sua personalità, dalla sua sensibilità ma anche dalla sua esperienza di vita, dalla sua formazione professionale e dai suoi studi. Il tutto naturalmente ha origine in quel luogo misterioso senza tempo e senza spazio che è il fondamento della persona, chiamiamolo "cuore", anima, spirito o in qualunque altra maniera che possa anche minimamente avvicinarsi all'indefinibile essenzialità dell'uomo. L'atto creativo, che si manifesti poi attraverso l'arte della scrittura poetica, o del disegno, o della pittura, della musica o di qualunque altro possibile ramo artistico, è prerogativa di noi umani, uniche "creature" al mondo atte a "ri-creare" continuamente il mondo stesso, plasmandone la materia a disposizione ma anche le tecniche comunicative, la parola, il "verbo". E poi l'informe crogiolo di idee e di concetti che ribolle in noi, pronto ad estrinsecarsi in pura poesia, o in un quadro, o in un testo musicale, deve però subire il filtro attento dell'intelligenza, il lavoro di perfezionamento messo in atto dal nostro cervello. Ma l'impeto creativo parte dal nostro profondo io.
Ora, una vita dedicata allo studio di materie scientifiche, di applicazioni nel campo della fisica e della matematica, dove la ragione e la razionalità regnano necessariamente sovrani, e dove non c'è altra soluzione ammissibile al "due più due fa quattro" (almeno rimanendo nel campo della macroquotidianità e senza tirare in ballo le teorie della probabilità o addirittura della meccanica quantistica), è possibile che possa generare poesia? E addirittura poesia d'amore?
Un poco se ne è discusso durante una interessante riunione di poeti che nella vita di tutti i giorni si occupano di cosiddette "cose scientifiche", tenutasi ultimamente a Castellammare; sta di fatto, e del resto non poteva essere altrimenti, che la professionalità e gli studi scientifici non solo permettono e ammettono l'attività umanistica e nella fattispecie poetica, ma anzi la integrano, la rigenerano, la ri-connotano, aprendo varchi nuovi e interessantissimi, mutuando da quel mondo scientifico la forza creativa, i paradigmi e le leggi, le interazioni e i princìpi. Ne può sortire una poesia nuova, ricca di elementi appartanenti ad un mondo che solo apparentemente è fuori da noi, ma che in realtà ci permea e ci completa fin nelle più piccole e rarefatte molecole.
Libera Nasti, laureata in fisica, docente di "elementi di fisica per il restauro", è poetessa che solo apparentemente mette da parte il suo excursus professionale per illuminare i suoi componimenti poetici costruiti con la perfezione e l'armonia del mondo fisico, ma dotati nello stesso tempo di una carica emozionale e sentimentale che da quel mondo sembra essere avulsa, distaccata.
La sua materia è principalmente l'amore, che lei modella come una struttura molecolare, sempre rinnovata e rinnovabile, o come un modello matematico che si adatti alla perfezione alla sua anima, al suo cuore: due mondi diversi, apparentemente distinti e separati, ma che in Libera Nasti si fondono e si integrano. L'amore è una storia passata, ma che torna sempre, rivive e si rimanifesta anche inconsciamente, come la nuvola elettronica attorno al nucleo centrale: è una probabilità di esistere, ed infatti esiste.
Si tratta qui, dunque, di un vero e proprio "rendez-vous" poetico, come già il titolo della raccolta vuole proporre e descrivere. Il termine è senza dubbio tecnico, ed è sovente utilizzato nell'aeronautica spaziale, quando due navicelle devono congiungersi in orbita. Chiamiamolo anche "appuntamento", un incontro o appuntamento puntuale, perché abbisogna di precise coordinate spazio-temporali. Il "rendez-vous" poetico di Libera Nasti si concretizza dunque attraverso la congiunzione, oserei dire perfetta, cronometrica, tra la sua anima e il mondo circostante. Avviene una sola volta, si avvera nel progetto poetico del libro, ma poi si eternizza, acquista valore universale.
La poesia di Libera Nasti, almeno in questo suo primo libro, non è apparentemente costruita su schemi e strutture che possano riferirsi direttamente al mondo scientifico, fisico o matematico, ambiente del suo lavoro quotidiano. Il suo linguaggio poetico è diretto, è romantico, è ricco di sentimenti ed è fortemente armonioso. Nulla a che vedere, dunque, con il linguaggio lontano e preciso di una certa connotozione scientifica. Ma sta proprio qui il senso del suo "rendez-vous": un incontro, un possibile incontro e successiva integrazione tra il suo essere, la sua anima, e il mondo esterno. Significativa a questo proposito la metafora dello specchio, utilizzata nella poesia "Olrac", la seconda della raccolta: "Olrac, dolce sentinella delle mie cure, / dolce pensiero e affanno, / tenero e pensoso il mio canto, / ma pure lugubre e affranto diviene, / se celati sono i tuoi segni e le tue parole… / … Olrac e Carlo, luce e ombra mia". E' chiaro qui che la nostra poetessa si riferisce al suo amato, Carlo, ma nello stesso tempo è l'immagine specchiata di se stessa, che diventa protagonista-oggetto della storia. Un rendez-vous tentato, realizzato, per un attimo, per un tempo indeterminato, in uno spazio preciso ma indifferente, ma poi alla fine "staccato" dal proprio cuore e dalla propria anima. Resta però nello specchio sempre vivo il riflesso di quell'"Olrac" che ora risorge e diventa esso stesso forza impulsiva e disponibile verso se stessa e verso gli altri, verso il mondo: un amore che è fiamma, che è nucleo fondamentale, che non può estinguersi e che dunque abbraccia tutto il mondo esterno di Libera.
Ne sortiscono poesie d'amore di grande intensità emotiva, basate sul ricordo che è fuoco sotto la cenere, che è plasma pronto a espandersi all'infinito, impeto sentimentale trattenuto a stento tra i versi. Momenti di vita quotidiana, gesti semplici, ricordi, nostalgie, sospiri, ripensamenti… sono questi i cardini su cui Libera Nasti realizza il suo progetto poetico, in questo libro dedicato essenzialmente al sentimento amoroso, che viene da lei esaminato sotto la lente d'ingrandimento del suo cuore e del suo talento poetico, suddividendolo in tre parti: "Innamoramento", "Poesie d'amore perduto", "Amore incompleto".
Il libro è però integrato da altre due sezioni: "Esistenziale" e "Natura", dove la nostra autrice affronta più specificatamente il senso della vita, come per esempio nella poesia "La vita", in cui ella afferma: "Valeva la pena nascere / per poi essere sicuri di morire? / Sì, per tutto ciò che c'è in mezzo! / Per quest'attimo in cui sento la vita scorrere forte in me, / nelle mie vene e nei miei tessuti."
Nella sezione "Natura", troviamo probabilmente una Libera Nasti più vicina agli argomenti di carattere scientifico di cui si è parlato prima, tanto è vero che ella affronta e descrive con eleganza e armonia strutturale elementi della "natura". Leggiamo infatti in "Luce": "Si riflette sull'acqua dei rivoli della strada, / vibra nel vento, / l'annuncia il  suono dell'uccello. / Eccola: / si apre uno scorcio ed entra la luce / la luce che abbraccia e accoglie"… E con questo verso, chiudiamo la breve riflessione sulla poetica di Libera Nasti, perché proprio qui, credo, si richiude l'infinito cerchio, o se vogliamo "specchio", del suo mondo e della sua poesia: un vedersi dentro, un anelare all'amore, quell'amore fisico già provato ma che poi si universalizza nei confronti del mondo e della natura, una continua tensione verso la speranza.

Libera Nasti, "Poetic rendez-vous", Homo Scrivens, 2016

Giuseppe Vetromile

13/6/16

domenica 1 maggio 2016

Pane e Poesia, l'Antologia degli incontri tra poetesse cipriote e italiane

"Un volume con valore di scambio e di dono implicito nell'accostamento tra il pane, simbolo stesso del cibo che nutre il corpo e la mente, e la poesia…" Così leggiamo nell'introduzione di Maurizio De Rosa a questa interessante e significativa antologia che raccoglie insieme voci poetiche cipriote ed italiane, per le edizioni de La Vita Felice, Milano, 2015.
Nulla di più indovinato, parlando di "pane e poesia", per riferirsi alla condivisione, all'integrazione, allo scambio reciproco di quanto maggiormente sta a cuore a ciascuno di noi e di tutti: il pane, sin dall'antichità, e poi basti pensare all'Ultima Cena di Gesù , è sempre stato simbolo, tra le altre cose, di fondamentale ed essenziale comunione, nel senso più sociale ed umano possibile.
Orbene, anche la poesia può costituire simbolicamente un atto di vita che affratella, accomuna e condivide tutto il bene, materiale e spirituale, che può esserci su questa terra. La poesia non divide, ma unisce, e si canta insieme; si può cantare insieme, ciascuno nella propria lingua e propria esperienza di vita: ma con la stessa corda, con lo stesso cuore.
Tutto ciò si realizza e si "materializza" come pane da condividere in una mensa di alta cultura letteraria, in questa elegante antologia prodotta da La Vita Felice, in cui s'intrecciano le voci di: Alexandra Galanou, Angela Kaimaklioti, Frosoula Kolosiatou, Eufrosini Manta-Lazarou, Lily Michaelides, Elena Toumazi Rempelina e Alexandra Zambà da Cipro; e Annamaria Ferramosca, Cinzia Marulli, Rita Pacilio, Helene Paraskeva, Laura Ricci, Anna Toscano e "Centro Diurno Boemondo" (struttura sanitaria semiresidenziale del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma) dall'Italia.

I testi delle poetesse sono riportati nelle due lingue, greco ed italiano, a cura dell'Associazione Ciprioti in Italia "NIMA". Anche le notizie sulle autrici, riepilogate al termine del libro, sono nelle due lingue. Particolare cura nella realizzazione dell'opera deve essere riconosciuta alla Presidente dell'Associazione NIMA, poetessa Alexandra Zambà.
Un libro che evoca sapori e profumi classici, da leggere e meditare, e da tenere a portata di mano sulla scrivania o nella libreria.

Pane e Poesia, Antologia Poetica, La Vita Felice Edizioni, Milano, 2015

sabato 2 aprile 2016

"Una luce sorveglia l'infinito" (Tutto è misericordia). Antologia poetica curata da Antonietta Gnerre e Rita Pacilio

Compito arduo quello di progettare e realizzare un'antologia poetica, in un mare vastissimo di scritture e di scrittori in versi dove è facile perdersi o, all'opposto, diciamolo più francamente, è difficile individuare le isole giuste, tanto per mantenere una certa metafora. Isole giuste che poi devono essere in un certo qual modo collegate tra di loro, appoggiare su un medesimo fondo oceanico, o un po' come le punte degli iceberg che fanno parte di una stessa enorme massa di ghiaccio sottomarino.
Allora viene in aiuto il tema, che sarà il filo conduttore sottile ma robusto, a tenere uniti tra di loro i lavori poetici degli autori scelti. Il tema, l'argomento, renderà in tal modo piuttosto omogeneo il progetto antologico, pur nel rispetto dell'originalità e libertà di movimento dei singoli autori all'interno del tema stesso.
Nel caso di questa preziosa antologia, il tema è quanto mai intrigante e propositivo: "Una luce sorveglia l'infinito", (ovvero, sottotitolo, "Tutto è misericordia"), tratto da un testo di Piero Bigongiari, che è riportato anche in esergo all'inizio del volume, insieme ad un'altra citazione di Padre Antonio Spadaro. 
Immagino l'arduo e impegnativo compito delle bravissime curatrici, Antonietta Gnerre e Rita Pacilio, peraltro esperte e competenti in simili lavori di cesellatura poetica, nel dover vagliare, esaminare, comprendere, filtrare, intuire persino, osservando la vasta gamma di autori contemporanei, per poi giungere ad un equilibrato, distinto, pregevole e originale lavoro antologico, raccogliendo alla fine i "tasselli giusti" per un mosaico davvero di alto livello letterario.
Ecco dunque cosa ne è sortito: un libro che unisce voci di spicco nell'attuale panorama poetico italiano e addirittura internazionale: nientemeno che Antonella Anedda, Marco Bellini, Nicola Bultrini, Claudio Damiani, Cinzia Demi, Giuseppe Langella, Eliza Macadan, Guido Oldani, Elio Pecora, Davide Rondoni, Morten Søndergaard.
Non potendo qui soffermarci nel dettagliare in profondità i pregevoli testi degli undici Autori antologizzati, possiamo però affermare con tranquillità che la resa complessiva del "mosaico" poetico è davvero alta, e il "filo conduttore" ampiamente rispettato.

Ciascun poeta è presentato con una "nota" che riassume la sua biografia e attività letteraria, nonché la linea saliente del suo progetto poetico; la nota è inserita al termine della sezione poetica di ciascun autore, in modo tale da offrire subito un quadro completo e compatto dell'autore stesso, evitando così interruzioni e rimandi che avrebbero potuto distogliere il lettore. Questo indovinato assetto strutturale dell'antologia è una ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell'elevato grado di competenza delle curatrici, del loro amore per la Poesia, e per la loro ampia e dettagliata conoscenza del mondo poetico contemporaneo. Il che, supportato poi da una Casa Editrice di tutto rispetto, La Vita Felice di Milano, è garanzia di serietà, di qualità, di buongusto persino. E in un contesto a volte così banale, piatto, fragile, questo libro rappresenta davvero una pietra miliare, un riferimento importante, da leggere, assaporare, consultare.

"Una luce sorveglia l'infinito", antologia poetica a cura di Antonietta Gnerre e Rita Pacilio. La Vita Felice Edizioni, Milano, marzo 2016.

giovedì 10 marzo 2016

Da una sponda all'altra

Con il nr. 2 de "ilretroverso" (i Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano autoprodotti), nasce il nuovo progetto di collaborazione poetica tra Giuseppe Vetromile e un autore o autrice straniera.
Si tratta di quaderni realizzati in proprio, poi fotocopiati e spillati, a tiratura limitata (una cinquantina di copie), non in vendita, e distribuiti dai due Autori a loro discrezione.
I quaderni contengono un massimo di cinque poesie per ciascun Autore, con relativa traduzione a fronte.
Lo scopo è quello di creare un ponte, un collegamento tra i due Autori e le le loro esperienze poetiche, in una sorta di intreccio o integrazione tra l'uno e l'altro. La traduzione in italiano è curata dallo stesso poeta straniero, il quale provvederà a tradurre nella sua lingua le poesie di Vetromile, il quale ne cura anche la versione in italiano, apportando piccole modifiche o correzioni a suo giudizio necessarie, per una migliore resa poetica, in quanto è riconosciuto da tutti che, sovente, non è possibile tradurre alla lettera un'espressione poetica completa. E' quindi necessario che l'altro Autore conosca bene l'italiano.
Il primo quaderno realizzato (il nr. 2), è intitolato "Da una sponda all'altra". Coautrice con Vetromile è la poetessa peruviana Fatima Rocio Peralta Garcia.
Fátima Rocío Peralta García è nata a Lima, in Perù, il 28 gennaio del 1978. Vive nel Distretto di Santiago di Surco. Ha studiato lingua e letteratura italiana presso l'Istituto Italiano di Cultura di Lima, e a conclusione degli studi ha ottenuto, nel 2011, il diploma del Centro di valutazione dell'Università per stranieri di Perugia. Ha partecipato a diversi concorsi letterari e ha tradotto alcuni poeti italiani della nota associazione culturale "Akkuaria".

Ecco qui di seguito una poesia di ciascun autore, con relativa traduzione.

Se ne va ogni sera sul suo mito la mia pagina
tenta di ricostruire l'ambigua traccia
verso la gloria
il mito greco di introvabile splendore
mai più
mai più
mai più mi ripete chiocciante la cantilena
come un disco di tanti anni fa
graffiato nell'orgoglio
nel solco interrotto
della vita

*

E tu mi dici ancora un bene che va scemando
qui sulla scrivania delle mie ricerche assidue
mi dici che c'è ancora quella speranza
nei cassetti  chiusi a chiave
spiragli di qualche luce che entra di soppiatto

Improvvisa lama che taglia gli occhi a metà
da una parte il buio
dall'altra il colore dei tuoi capelli
mentre l'amore arrotola boccioli di sorrisi
sul tuo fascino materno



Se va cada noche sobre su mito mi página
intenta reconstruir la ambigua huella
hacia la gloria
el mito griego de imposible esplendor
nunca más
nunca más
nunca más
nunca más me repite de rodillas la copla
como un disco de tantos años atrás
herido en el orgullo
en el surco interrumpido
de la vida

*

Y tú me dices aún con bondad que va disminuyendo
aquí sobre el escritorio de mis búsquedas asiduas
me dices que todavía hay aquella esperanza
en los cajones cerrados con llave
rendijas de alguna luz que entra a escondidas

Inesperada cuchilla que corta los ojos a la mitad
por una parte la oscuridad
por otra parte el color de tus cabellos
mientras el amor envuelve capullos de sonrisas
sobre tu rostro materno

(Giuseppe Vetromile)



“Polvo”

El polvo de la noche
se irá con la piel
del silencio,
que cae come una piedra
en el olvido
tejido por el tiempo
entre sábanas de viento.


“Polvere”

La polvere della notte
se ne andrà con la pelle

del silenzio,
che cade come una pietra
nell’oblio
tessuto dal tempo
tra lenzuoli di vento.


(Fatima Rocio Peralta Garcia)

Il II Volume dell'Antologia "Transiti Poetici"

CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

"Gusti di...versi", Ristorante Albergo dei Baroni, Sant'Anastasia (Na), 13 marzo 2015

La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"