Taccuino Anastasiano è il proseguimento del Blog "Circolo Letterario Anastasiano", con il quale rimane comunque collegato (basta cliccare sul logo del CLA).
Sarà questo un blog essenzialmente dedicato alle recensioni, alle notizie letterarie, alle presentazioni di libri ed agli appuntamenti ed incontri relativi al nostro territorio vesuviano, e non solo: dedicheremo spazio a tutte le notizie interessanti che ci giungeranno, con lo scopo di fornire valide informazioni culturali e spunti di riflessione su temi di carattere poetico e letterario in generale.
Buona lettura e buona consultazione.

sabato 28 dicembre 2013

Dal messaggio in bottiglia alla @

La comunicazione: che senso ha in questo mondo attuale così inondato e bombardato da continui ed insistenti messaggi che molto spesso sono soverchi, ridondanti, retorici e persino falsi? Come distinguere un messaggio autentico, sincero, da quelli che provengono dal mondo della pubblicità, della politica, del potere mediatico? Se lo è chiesto Alba Cappella, artista completa e di grande talento, ideatrice della "Extens - Art". Nell'ambito di questa concezione artistica, è nata dunque l'idea di realizzare un progetto di ampio respiro sulla "comunicazione", che coinvolge praticamente tutte le modalità artistiche, compresa l'espressione poetica.
Il Progetto si è per ora concretizzato in un lungometraggio realizzato da Rosario Pinto e che è stato presentato e proiettato per la prima volta ieri, 27 dicembre, nell'accogliente salotto di Umberto La Marra, dove ha sede l'Associazione Culturale Megaris", in Via Strettola delle Fiorentine e Chiaia 14, alla presenza dello stesso Rosario Pinto, che ne ha introdotto le finalità, di Alba Cappella e di Angelo Calabrese, che ne cura la parte letteraria e poetica.
Lo scopo del progetto è principalmente quello di mostrare che l'Arte è verità e la comunicazione, il "messaggio in bottiglia" che viene affidato al mare o alla "rete virtuale", reca in sé il nocciolo della verità e dell'autenticità solo quando viene completamente interiorizzato dalla persona che lo accoglie; diversamente dalla pioggia di parole e termini sovrabbondanti ed equivoci che ci pervengono dalla quotidianità consumistica e egoista. La forma d'arte, l'espressione artistica, la poesia, sono messaggi diretti e scevri da ogni infingimento.

Un Progetto "work in progress", come si usa dire, dunque, che prevede la programmazione di altre tappe importanti e appuntamenti in varie sedi che verranno comunicati a tutti gli interessati, in cui si allestiranno mostre, convegni e incontri di poesia.

venerdì 8 novembre 2013

"Codamozza", il nuovo libro di Sergio Saggese

Normalmente, quando ci troviamo di fronte ad un testo di narrativa, si dà per scontato che i protagonisti, le persone che si muovono all'interno della storia, siano in fin dei conti uomini, umani, povera gente, ricca, presuntuosa, benestante, caritatevole, buona o cattiva, ma sempre uomini. A meno che non ci troviamo di fronte ad una favola, o ad un fumetto, un cartone animato alla Disney, di quelli divertenti e in fin dei conti anche istruttivi, sotto certi aspetti, che si possono tranquillamente attingere dalla televisione o acquistare in edicola. Ma questo libro, "Codamozza", non ha l'aspetto né di una favola né tantomeno di un fumetto, né, tantomeno, si pensi che Codamozza possa essere il soprannome del protagonista: perché Codamozza è il protagonista.
Si tratta dunque di una storia che ha per protagonisti i topi. Ma perché?, sorge a questo punto spontanea la domanda che potrebbe farsi il lettore.
A questa domanda si può dare una risposta solo alla fine del libro, dopo averlo ben bene assaporato e metabolizzato. E, si badi bene, non è un libro facile, almeno per quanto concerne la retrostoria, cioé quello a cui veramente mira il nostro autore: bisogna infatti andare a cercare tra le righe, dietro le righe, in un mondo, quello dei topi, che agli inizi del racconto fa un po' ribrezzo, ma che man mano che si procede riesce a suscitare nel lettore una certa compartecipazione emotiva e di simpatia. Non è facile neanche l'intreccio, il narrato, e se il lettore si aspetta che - trattandosi appunto di topi - la trama possa essere dotata di una certa fluidità, di una certa semplicità, come nelle favole, si sbaglia di grosso: come afferma infatti Vincenzo Aiello nella presentazione, questo narrare particolare di Saggese è quello che unisce la fabula ad un linguaggio fantasioso e cartavetroso, per riportarci il nostro vissuto quotidiano pubblico, che il cinismo dei media ci manifesta senza il candore di un possibile cambiamento.
Ma ritornando al contenuto del libro, della storia, dobbiamo dare atto a Saggese che il suo lavoro narrativo, in questo libro, è davvero eccezionale, originalissimo, unico forse nel suo genere, e direi anche sconvolgente.
Non è certamente il caso di riassumere qui tutta la storia, del resto non credo che abbia molta importanza, e non perché non ci sia nessun assassino da scoprire, cosa che potrebbe vanificare la curiosità del lettore, ma perché quello che c'è da dire è ben altro. Intanto, si tratta a mio giudizio di una grandissima ed elaborata trasposizione letteraria: trasposizione e non metafora perché il narrato è una storia verosimile ambientata in una realtà sociale - nella fattispecie il territorio di Scampia - con trame, intrecci, personaggi, fatti e riferimenti aderentissimi a quella realtà. L'unica differenza è che i personaggi e i protagonisti sono topi e non uomini. Il resto è perfettamente verosimile. L'idea di creare una storia ambientata nella realtà metropolitana di Napoli utilizzando come personaggi i topi, è stata geniale. La stessa storia con personaggi umani sarebbe stata forse banale, retorica e per niente originale: sarebbe stata una storia come tante altre simili, come tante ne sono state raccontate e scritte su Scampia e sugli immancabili, eterni problemi di degrado, di droga, di mancanza di lavoro e così via. Ma ecco il colpo di genio del nostro Saggese: i napoletani sono come i topi. E qui non si tratta di denigrare o colpevolizzare un'intera atavica tradizione meridionalistica e più specificamente napoletana, una razza eccelsa e geniale, calda e passionale, che però lascia fare, delega, si crogiola, spesso subisce come ci insegna la sua storia millenaria, spesso ha degli scatti di libertà. No, qui il nostro bravo autore ha voluto "fotografare" la realtà senza nulla aggiungervi e senza nulla sottrarre: la realtà nuda e cruda delle cose come stavano e come stanno qui a Napoli e a Scampia.
Le analogie topi-napoletani sono molteplici, e all'inizio di ciascuna delle tre sezioni del libro il nostro bravo Saggese riporta in corsivo delle citazioni che ne dimostrano la sconvolgente e indovinata verosimiglianza: "I napoletani sono come i topi, perché come i topi deturpano il paesaggio... non mangiano, rosicchiano... e figliano... e ogni anno ce ne sono di più...", e nella seconda parte:  "Li si caccia via dalle case assolate... si intrappolano con meccanismi rudimentali o raffinati... li si costringe a percorsi complicatissimi e impervi per espletare qualsiasi funzione vitale...", e nella terza parte: "I napoletani sono come i topi... li si considera come un inconveniente inevitabile, fastidioso, ma sempre inaccettabile. E ci si chiede come facciano a resistere. e i topi resistono e si moltiplicano e riescono forse a volte a essere felici". E conclude: "il che va benissimo per i topi che sono come i napoletani. non va altrettanto bene per i napoletani che, in fin dei conti, non sono topi".
Ecco, direi che con questa frase il nostro Saggese voglia in conclusione farci intendere che i napoletani non meritano una esistenza fisica, sociale e psicologica che possa in qualche modo avere le stesse caratteristiche di un mondo animale, quello appunto dei topi, che per struttura mentale e ambientale è molto simile (molto ben curate da Saggese sono infatti le analogie, e si riscontrano nelle descrizioni delle strutture socio politiche e malavitose, come canduta, che sta per camorra, la Grande Discarica, Colonia, Talya (anagramma di Italia) e così via.
Direi per concludere che Saggese in questo romanzo ha voluto mostrarci la realtà più profonda della napoletanità, una napoletanità particolare e specifica come quella dei quartieri degradati e abbandonati di cui Scampia è purtroppo principale riferimento. Una realtà cruda e crudele, come la stessa struttura organizzativa dei topi, una struttura sociale ormai completamente asservita al potere e ai poteri dei più forti del momento e in cui organizzazioni sindacali, lavoratori, amministrazioni, enti, lo stesso Stato, la malavita e le bande dei delinquenti si scontrano e si combinano in un intreccio diabolico in cui bene e male, verità e bugia, coraggio e codardìa, omertà e senso civico, diventano valori che si confondono e si omologano, e sovente si sostituiscono a vicenda.
Ma è un mondo dove pur nella confusione generale, si illumina di tanto in tanto di bontà e di amore, di amicizia e di voglia di vivere. I personaggi-topi di Saggese hanno forti caratteristiche umane, in questo senso, tanto da far dimenticare spesso che si sta parlando di animali.
Un libro che suscita nel lettore una certa curiosità mista a tensione emotiva, come dicevo all'inizio, per la storia in sé ma anche per il linguaggio diretto e sapientemente gergale usato dall'autore lungo tutto il racconto, sì che bisogna porre attenzione almeno nelle prime pagine per entrare fatalmente nel mondo dei topi-napoletani, o napoletani-topi che dir si voglia, e comprenderne così, solo così, i più segreti e sconvolgenti sviluppi.

Il libro "Codamozza" è stato presentato a Sant'Anastasia nella sede del Boschetto Sporting Club, il 7 novembre 2013. Organizzazione del Circolo letterario Anastasiano di Giuseppe Vetromile. Relatore Raffaele Urraro.

"Codamozza", di Sergio Saggese, Con-fine Edizioni", Bologna, 2013

Giuseppe Vetromile

8/11/13

Il comunicato stampa su "Ilmediano.it": http://www.ilmediano.it/apz/vs_art.aspx?id=7314

sabato 14 settembre 2013

Le "Donne in carne e ossa" di Luisa Bossa

E' stato presentato con successo ieri, venerdì 13 settembre, nella Biblioteca Comunale di Sant'Anastasia (Na), il recente libro di Luisa Bossa, "Donne in carne e ossa", Edizioni CentoAutori. Si tratta di una raccolta di cinque racconti, in ciascuno dei quali viene narrata la storia di una donna che vive e si confronta in una società che impone le sue regole, le sue abitudini millenarie, una società nella quale ancora la donna deve subire e adeguarsi ad un comportamento tacitamente maschilista, intriso di tabù e di distorsioni, di fatue appariscenze, di deviazioni e di ingiustizie.
Il panorama è certamente quello del sud, un meridione in cui è ancora profondamente radicato il senso di cosificazione della donna, uno stato dal quale la donna ben di rado riesce purtroppo ad emergere, e quando lo fa, lo fa con impeto improvviso e battagliero, riuscendo alla fine, se non proprio ad ottenere giustizia definitiva, almeno a riconquistare la propria intima dignità e personalità. Spesso anche a costo della propria vita.
Sono storie di disagio e coraggio, come leggiamo nella quarta di copertina, cioé due comportamenti estremi: da una parte il disagio che più o meno consapevolmente prova ciascuna delle cinque protagoniste nell'affrontare una situazione scabrosa o nel vivere una realtà distorta e sconveniente; e dall'altra il coraggio, la presa di coscienza totale e liberatoria, l'uscita da uno stato opprimente sia fisicamente che psicologicamente, il riscatto pieno, anche a costo, come dicevamo, dell'estremo sacrificio della propria vita.
Sono storie vere, di "donne in carne e ossa", magistralmente presentate e introdotte singolarmente da altrettante giornaliste, attrici e personaggi impegnati, come Maria Rosaria Capacchione e Monica Guerritore. Ma sono anche storie emblematiche, perché ciascuna è rappresentativa di uno stato e di una situazione femminile verosimilmente ancora alla ribalta, in questo mondo in cui la donna è ancora soggetta a stereotipi negativi, a regole e usanze prevalentemente dettate dal mondo maschile.
Questo libro di Luisa Bossa è in effetti un mosaico composto da cinque grandi tasselli, cinque grandi storie di donne coraggiose che riescono alla fine ad infrangere quella barriera di ipocrisia e di noncuranza che cerca di allontanare dalla società civile, di porre in secondo piano, una realtà, che in massima parte coinvolge il mondo femminile, distorta e distorcente, degradata e del tutto ingiusta.

Ecco: l'ingiustizia, l'ingiustizia e la sopraffazione: queste le negatività maggiori affrontate e superate dalle nostre cinque protagoniste, che potremo conoscere leggendo il libro di Luisa Bossa, una scrittrice che sa esporre il testo con uno stile asciutto e diretto, prossimo, in modo comportamentale e psicologico, alle protagoniste delle storie, tanto da far immedesimare il lettore nelle stesse, a prenderne parte in prima persona e a condividerne in pieno le sofferenze, le aspettative, la riscossa, il sacrificio, il sogno.

Giuseppe Vetromile

martedì 3 settembre 2013

Luisa Bossa a Sant'Anastasia

Sarà presentato il prossimo 13 settembre qui a Sant'Anastasia, nella Biblioteca Comunale "G. Siani", il nuovo libro di Luisa Bossa, "Donne in carne e ossa".
Si tratta di un interessante volumetto di 5 racconti, tutti al femminile: cinque storie di disagio e coraggio di altrettante donne del Sud.
A parlarne in modo particolareggiato sarà Giuseppe Vetromile. E' previsto anche un intervento di Salvatore Velardi, responsabile CGIL Nola-Pomigliano. Le letture sono affidate alla giovane Carmen Abbazia, operaia Fiat. Silvia Aurino modererà l'incontro.
Luisa Bossa è insegnante di latino e greco. Attiva nel volontariato sociale, ha militato nel Movimento per la Pace e nel Movimento Internazionale per la Riconciliazione. Sindaco di Ercolano dal 1995 al 2005, è stata nominata dall'Unicef  "Sindaco difensore dei bambini". Membro della Commissione Parlamentare Antimafia, nel febbraio 2013 è stata rieletta deputato al Parlamento per il Partito Democratico.

martedì 20 agosto 2013

L'Antologia del Concorso "Alicante" di Vigolo Vattaro

Giunto quest'anno alla sua trentesima edizione, il Concorso di Poesia "Alicante" organizzato dal Comune di Vigolo Vattaro (Tn) e riservato, ad anni alterni, alla poesia in lingua e a quella dialettale, ha realizzato una interessante ed elegante antologia per celebrare questo encomiabile traguardo, segno evidente della bontà e della serietà di questo evento letterario.
L'Antologia raccoglie i testi poetici dei poeti premiati degli ultimi dieci anni ed è illustrata dall'artista Anita Anibaldi. Prefazioni  di Walter Kaswalder, Sindaco di Vigolo Vattaro, di Franco Campregher, Presidente del Consorzio Turistico della Vigolana, e di Renzo Francescotti, Presidente della Giuria.

I Poeti inclusi: Giovanni Caso, Giuseppe Vetromile, Alberto Sighele, Fabio Franzin, Giovanni Benaglio, Giovanni Caniato, Loriana Capecchi, Benito Galilea, Pier Franco Uliana, Corrado Zanol, Nicola Aurilio, Domenico Polerti, Nerina Poggese, Italo Bonassi, Mario De Fanis, Daniela Raimondi, Marta Vaccari, Roberto Borghetti, Rosanna Spina, Domenico Modafferi, Massimo Molinari.

sabato 3 agosto 2013

"Parleremo dell'arte che è più buona degli uomini", di Marco Scalabrino

Originalissimo titolo che il poeta, saggista e critico siciliano Marco Scalabrino, ha voluto dare alla sua recente opera in due volumi sulla poesia dialettale siciliana. I due libri, editi per i tipi della Casa Editrice CFR dell'ottimo e instancabile Gianmario Lucini, raccolgono le approfondite recensioni, saggi e note critiche di Marco Scalabrino, dedicate a diverse ed importanti voci poetiche dialettali siciliane dell'ultimo novecento e oltre.
Da anni Marco Scalabrino si dedica con impegno e grande preparazione non solo alla scrittura poetica in proprio, ma anche e soprattutto allo studio approfondito delle altre realtà siciliane, dando un contributo essenziale alla conoscenza e alla diffusione della letteratura meridionale e siciliana, che già, volendo parlare solo della poesia, viene sovente trascurata se non addirittura dimenticata.
Sono valori da difendere, da tenere a riferimento e da diffondere sempre, perché la lingua siciliana, come anche le altre lingue vernacolari, e in particolar modo il napoletano, sono la storia, la società, il costume e l'anima stessa del popolo che la parla e la vive.
Non a caso dunque Marco Scalabrino vuol parlare di quest'arte che è sicuramente migliore, più buona, egli afferma, degli stessi uomini che la vivono.
Ecco gli Autori trattati da Marco Scalabrino nei due volumi: Alessio Di Giovanni, Paolo Messina, Salvatore Camilleri, Pietro Tamburello, Aldo Grienti, Carmelo Molino, Antonino Cremona, Salvatore Di Pietro, Enzo D'Agata, Nino Orsini, Elvezio Petix, Salvatore Di Marco, Giovanni Formisano, Vito Mercadante, Nino Pino, Maria Favuzza, Titta Abbadessa, Carmelo Lauretta, Salvo Basso.

La prefazione all'opera è di Pietro Civitareale.

Marco Scalabrino, "Parleremo dell'arte che è più buona degli uomini", Saggi di poesia dialettale siciliana, Voll. I e II, CFR Edizioni, 2013

lunedì 8 luglio 2013

"Il Nettare e la Musa": una nuova presentazione dell'Antologia a Sant'Anastasia

La locandina dell'evento
Sarà presentata giovedì prossimo 11 luglio, alle ore 18, nella sede dell'Associazione Boschetto Sporting Club di Via Gramsci 27, a Madonna dell'Arco, l'Antologia poetica "Il Nettare e la Musa", curata dal critico Armando Saveriano, per conto dell'Editore "Per Versi". Si tratta del secondo evento culturale organizzato dal Circolo IncontrArci - Circolo Letterario Anastasiano di Giuseppe Vetromile, in stretta collaborazione con l'Associazione del Boschetto. Ricordiamo infatti il riuscitissimo aperitivo poetico "Tra un sorso e un verso" dello scorso 9 giugno, e che ha visto la partecipazione di un considerevole numero di poeti provenienti da Napoli e dai comuni vesuviani limitrofi.
Come sappiamo, i Poeti inclusi in questa importante antologia sono: Anna Ciufo, di Salerno; Alfonso Attilio Faia, di Montemarano (Av); Raffaele Della Fera e Gerardo Iandoli di Avellino, lo stesso Armando Saveriano ed infine Giuseppe Vetromile.
Poeti diversi per esperienze, stili e contenuti, ma che tutti insieme rappresentano, come affermano Angelo Iermano e Armando Saveriano, "una poesia che sfavilla dall'elegante eclettismo all'affondo psicologico-esistenziale, rastrellando i cunicoli dell'interiorità, il campo delle vicissitudini epocali sul filo di una malinconia da smarrimento metafisico, fino al dileggio corrosivo".

A parlarne più dettagliatamente nell'incontro di giovedì prossimo, saranno i critici Enzo Rega e Gerardo Santella, moderati da Angelo Iermano. Le letture di alcuni brani tratti dal libro saranno affidate all'attrice Mena Matarazzo, alla poetessa Anna Ciufo e ai poeti Armando Saveriano e Giuseppe Vetromile.

mercoledì 3 luglio 2013

La VII Edizione del Premio Prata - La Cultura nella Basilica

Si rinnova anche quest'anno l'importantissimo evento del Premio Prata, giunto alla sua settima edizione, evento che rappresenta ormai il "fiore all'occhiello" non solo per Prata Principato Ultra, in provincia di Avellino, che ospita il Premio nell'incantevole scenario della Basilica Paleocristiana, ma per tutta l'Irpinia e direi anche per la Cultura Italiana.
Qui di seguito riportiamo il programma con l'elenco delle personalità che riceveranno il Premio



LA CULTURA NELLA BASILICA

Sabato 13 Luglio, alle ore 20.00 si svolgerà la serata di premiazione del Premio Prata nello splendido scenario dell’ Arcibasilica Maria SS. Annunziata (Prata P.U. Avellino). Il Premio è curato e gestito dall’associazione Premio Prata Presidente Antonietta Gnerre; Vice Presidente Armando Galdo; Direttore Artistico Alfredo Petrillo; Presidente Onorario Claudio Damiani.
Interverranno il giornalista, Gigi Marzullo, Vicedirettore della prima rete RAI; Stefania Marotti, giornalista “Il Mattino”; Licia Giaquinto, scrittrice; Eugenio Corsi cabarettista del Bagaglino; Paolo De Vito con il recital: “Questa vita è la mia vita”.

A ricevere il Premio Prata 2013, saranno alcuni dei nomi più illustri del mondo della cultura locale, nazionale ed internazionale.

Premio Internazionale Cultura e Libertà dei due mondi: Fausto Guilherme Longo, Senatore; Premio Ambasciatore della Valle del Sabato: Paolino Marotta, Dirigente, Liceo P. Colletta, Avellino; Premio alla Carriera: Carlo Meluccio, Artista irpino; Premio Speciale della Giuria: Arnaldo Colasanti, Critico Letterario, Scrittore, Conduttore di Unomattina Caffè, Rai 1; Premio per il complesso delle opere: Silvia Bre, Poeta, Traduttrice e Narratrice; Premio per la Critica e la Saggistica: Paolo Lagazzi, Saggista e Scrittore; Premio di giornalismo: Luca Rosini, Giornalista inviato di Virus - Rai 2.
Prata/ Libri 2013: Premio Opera di Narrativa: Emilia Bersabea Cirillo, Gli incendi del tempo, Et al. Edizioni; Premio la Poesia in Italia Luigia Sorrentino, Olimpia, Interlinea.

Riconoscimento speciale al giovane Francesco Benedetto Belfiore, per l’opera teatrale “OVERDOSE DA ROSA”- Antologia di Teatro italiano contemporaneo, IBUC.

La giuria, presieduta da Bruno Galluccio è così composta: Enzo Rega (Vice Presidente), Rino Bianchi, Monia Gaita, Paolo Saggese, Domenico Cipriano, Vincenzo D’Alessio, Giuseppe Vetromile, Cosimo Caputo. Giuria Giovani: Gianluigi Marcello Santoro, Antonella Sozio, Antonia Angiuoni.
La giuria ha deciso, inoltre, di conferire una Menzione Speciale al Vescovo di Avellino, Mons. Francesco Marino “Abate dell’Arcibasilica Maria SS. Annunziata”.

L’Associazione Premio Prata ringrazia il Forum giovanile di Prata P.U. e il Parroco, Padre Tommaso Violante per la collaborazione.

(da Ufficio Stampa PREMIO PRATA) 

martedì 18 giugno 2013

LE STRADE DELLA CULTURA 2013 – POESIA DELL’ARIA

La Manifestazione  "LE STRADE DELLA CULTURA" quest’anno si svolgerà a Guardia Lombardi dal 3  all’8 settembre. Una delle giornate vedrà, come oramai consueto, il paese dell’Alta Irpinia avvolto di poesia, con i testi esposti lungo le strade del caratteristico centro, a cui si affiancano interventi critici sul tema scelto per l’edizione e vari momenti performativi. Un’idea originale del poeta Domenico Cipriano che ogni anno vede esposte circa 200 poesie, tra cui molte di noti poeti italiani contemporanei, con una folta presenza di pubblico interessato a visitare il suggestivo  centro storico e a partecipare agli eventi organizzati durante le giornate dedicate proprio alla poesia.
Il tema scelto per l’edizione del 2013 è L’ARIA. La mostra itinerante delle poesie è solo una parte dell’ampio programma della manifestazione “LE STRADE DELLA CULTURA”, che durante la prima settimana di settembre sull’argomento coinvolgerà Istituzioni e studiosi di varie discipline. Negli anni scorsi sono stati ospiti i poeti Maurizio Cucchi, Franco Buffoni, Plinio Perilli, Luciano Luisi, Ugo Piscopo, gli scrittori Raffaele Nigro, Licia Giaquinto, Franco Arminio, gli studiosi Giovanni Lelli, Aldo De Francesco, Aniello Russo, Paolo Saggese, Cosimo Caputo, oltre alla presenza di numerosi poeti che hanno aderito da tutta Italia.
Chi intende partecipare deve inviare massimo 2 poesie (ogni poesia non deve superare i 25 versi, per esigenze di esposizione) sul tema L’ARIA, nel suo più ampio significato, per scegliere quelle da accogliere lungo le strade di Guardia Lombardi e nell’antologia che ne seguirà. Sono gradite poesie inedite, ma se si vogliono inviare degli editi, si prega di citare la pubblicazione da cui è tratta la poesia per riportarla sulla stampa, nonché l’eventuale autorizzazione dell’Editore, se ne detiene i diritti. Infine, sono richiesti i recapiti degli autori e l’autorizzazione ad utilizzarli perché possano essere informati sugli sviluppi dell’iniziativa e di altri eventi collaterali. Per i minorenni occorre l’autorizzazione dei genitori, nonché indicare l’età, in quanto ci sarà una sezione apposita.
Inviando i propri testi si cedono i diritti al loro utilizzo ai fini della manifestazione, senza nulla a pretendere, anche per una pubblicazione, nonché si attesta che le poesie sono di propria produzione e si è titolari dei diritti sull’opera. L’invito è pubblico e vi esortiamo alla diffusione presso poeti che ritenete opportuno coinvolgere, nello spirito di una vera festa della poesia e della cultura.

Le poesie possono essere inviate all’indirizzo e-mail: stradepoesia@yahoo.it con oggetto “STRADE POESIA”; oppure per posta, al seguente indirizzo: Segreteria STRADE DELLA CULTURA – POESIA DELL’ARIA c/o Biblioteca Comunale, via San Rocco, 8  – 83040 – Guardia Lombardi (AV).

Le composizioni dovranno giungere entro il 25 luglio 2013.

Il Presidente dell’Associazione NovaPolis

Giandonato Giordano

domenica 9 giugno 2013

"Tra un sorso e un verso", Aperitivo Poetico

L'anno scorso, a settembre, organizzammo in via sperimentale un interessante incontro di poesia: "Una poesia fuori dal Comune", prendendo a prestito il nome del Bar che si trova proprio di fronte al palazzo del Comune di Sant'Anastasia. Vi parteciparono entusiasti molti amici poeti, attratti anche dall'originale "doppio senso" dato al titolo dell'evento.
Questa volta l'"Aperitivo Poetico" è stato organizzato presso l'accogliente struttura dell'Associazione Boschetto Sporting Club di Madonna dell'Arco, con la collaborazione dello staff dell'Associazione IncontrArci. "Tra un sorso e un verso", così è stato intitolato questo secondo incontro di poesia, riuscitissimo e molto apprezzato dagli ospiti poeti, provenienti da Napoli e dintorni. Numerosa anche la presenza di amici, di giornalisti e di alcuni operatori culturali.
"Tra un sorso e un verso" sarà dunque solo il primo di una nutrita serie di appuntamenti letterari che si svolgeranno nella sede del Boschetto, programmati dal Circolo IncontrArci - Circolo letterario Anastasiano, in sinergia con l'Associazione del Boschetto.
I Poeti intervenuti: Anna Bruno da Somma Vesuviana, Cinzia Caputo, Linda Santojanni, Regina Célia Pereira da Silva e Ciro Tremolaterra da Napoli, Angela Schiavone da Pozzuoli, Bernardo Franzese e Alfonso Severino da Ottaviano, Maria Rosaria Luongo da San Giorgio a Cremano, Giovanni D'Amiano da Torre del Greco, Vincenzo Pisano da Pollena, Rosanna Di Iorio da Pescara, Natale Porritiello da Sant'Anastasia, Salvatore Violante da Terzigno e Raffaele Urraro da San Giuseppe Vesuviano.


Le foto relative all'incontro sono su:
https://skydrive.live.com/redir?resid=907E040D90ABF0E5!3458

martedì 4 giugno 2013

Francesco Mastriani: un escluso

Sarà presentato giovedì 13 giugno alle ore 18, nella Libreria Loffredo di via Kerbaker 19 a Napoli, il nuovo libro di Anna Gertrude Pessina "Francesco Mastriani: un escluso", Tullio Pironti Editore, prefazione di Francesco D'Episcopo.
Come afferma la stessa Autrice (che ha da poco dato alle stampe un altro interessante testo letterario, "La follia delle parole nel Seicento e Novecento", Manni Editore) nella premessa, il saggio "Francesco Mastriani: un escluso" nasce da una rivisitazione finalizzata a dimostrare e a ribadire, nell'economia della trattazione, la collocazione dell'appendicista napoletano fuori dalle istanze naturalistiche e realistiche... Di qui l'intento di riesumare dalle tenebre dell'oblio un romanziere che merita di essere conosciuto e rivalutato, almeno in ambito di letteratura regionale e popolare, con un posto che non sfiguri tra quanti hanno scritto di Napoli e del suo endemico degrado morale e sociale.
A discuterne con l'Autrice, nell'incontro di giovedì 13 giugno, saranno Francesco D'Episcopo e Pasquale Malva. Le letture di alcuni brani del libro saranno a cura di Daniela De Giorgio.

domenica 2 giugno 2013

La cerimonia di premiazione del Concorso "Resy Ceccatelli"


Si è conclusa ieri, sabato 1 giugno, la cerimonia di premiazione della prima edizione del Concorso Nazionale di Narrativa Inedita "Resy Ceccatelli", un evento ideato e realizzato dal Lions Club Sant'Anastasia Monte Somma, Arch. Giacomo Vitale, in collaborazione con il Circolo LetterarioAnastasiano di Giuseppe Vetromile.
Il concorso, che è stato istituito per ricordare l'illustre figura della nobildonna Resy Ceccatelli, ha visto la partecipazione di 170 scrittori provenienti da ogni regione d'Italia, un vero successo se si pensa che si è solo alla prima edizione.
La cerimonia si è svolta nella Sala Consiliare del Comune di Sant'Anastasia, nel rispetto del cerimoniale del Lions Club International, alla presenza degli autori premiati, delle autorità cittadine, e di illustri personalità della Cultura e del mondo Lions.
Erano infatti presenti, oltre all'architetto Giacomo Vitale, presidente Lions Sant'Anastasia Monte Somma, e a Giuseppe Vetromile: il Sindaco di Sant'Anastasia dott. Carmine Esposito; il prof. Don Lino D'Onofrio, Vicario Generale della Diocesi di Nola; il filosofo prof. Aldo Masullo, Referente del Progetto Operativo Area Cultura e Culture Lions International Distretto 108YA; il Governatore Lions Club International Distretto 108YA dott. Gianfranco Sava; la dott.ssa Silvia Pucci, figlia di Resy Ceccatelli.
Dopo l'introduzione e i saluti dell'arch. Vitale e del Sindaco, sono stati consegnati gli attestati di merito a Patrizia Cozzolino, Cristiana Canessa e Rosa Speranza, e i premi a: Manfredo Di Biasio (delegante), Nicoletta Fazio e Rita Muscardin. Sono poi intervenuti il prof. Don Lino D'Onofrio e la dott.ssa Silvia Pucci, la quale ha ricordato brevemente la figura e l'attività della Madre.
E' stato poi conferito il primo premio "Resy Ceccatelli" alla scrittrice Ornella Fiorentini, di Ravenna.
Al termine, un interessante e applauditissimo intervento del prof. Aldo Masullo sullo stato della Cultura in Italia, e, a concludere, l'intervento del Governatore dott. Gianfranco Sava.
Per la Giuria, oltre all'arch. Vitale e a Giuseppe Vetromile, era presente anche la giovane scrittrice e critico Flavia Balsamo.

Applauditi anche i due attori della Scuola di Teatro Gregorio Rocco diretta da Carmine Giordano: Mario Paparo ed Enza Torino.
Una manifestazione riuscitissima, che ha posto le basi non solo per una seconda prossima edizione del concorso, ma anche per future iniziative culturali che i Lions potranno organizzare per il rilancio del nostro territorio, avvalendosi di strette e competenti collaborazioni come quelle del Circolo Letterario Anastasiano di Giuseppe Vetromile.

Le foto della cerimonia di premiazione:

venerdì 31 maggio 2013

"Il nettare e la musa", la nuova Antologia curata da Armando Saveriano

IL NETTARE E LA MUSA
SEI POETICHE DI INTRIGANTE SFACCETTATURA

Venerdì 7 giugno, presso la sala Audiovisivi del Centro Sociale “Samantha Della Porta”, alle 17,30, sarà presentato il corposo volume di poesia “Il Nettare e la Musa” (PER VERSI Editore, Grottaminarda – AV), un antologico fresco di stampa.
Sei autori evocano l’Ineffabile o da esso sono convocati per celebrare i misteri di un genere letterario d’atavica origine, osannato o discreditato, praticato con ardore e affanno, oppure malvolentieri tollerato, a seconda delle sensibilità dei mai storicamente numerosi fruitori e dei meriti/demeriti dei poeti (geniali, o mediocri imbonitori che siano).
Nel caso specifico ritroviamo cinque nomi di maestri del verso, Ciufo, Della Fera, Faia, Saveriano, Vetromile (variamente ispirati e alla bisogna abili architetti di scaltre fantasmagorie) e scopriamo un giovane esordiente, sicura cifra in progress sul fronte accidentato e inflazionato del poliedrico poetare (Gerardo Iandoli).
Partiamo da Anna Ciufo, che dipinge con le parole, doma intemperanze, esorcizza ossessioni, adesca demoni multisensòrii, grazie a un estetismo del logos da laboratorio di ricerca e da oscillografo del tessuto emozionale: bella, imprevedibile e pulsionale, si concede interamente alla Musa, e dalla Musa è accolta in sororale abbraccio.
Faia e della Fera, volponi delle scritture, imbibiti di coscienza sessantottina, sono critici delle crisi sociopolitiche di un’epoca fosca e incerta, che ha ereditato il peggio dal già tellurico e ambiguo scenario del novecento; il primo regge la bandiera dell’impegno civile, carezza il busto dell’ Arlecchino di Biancolelliana memoria e “castigat ridendo mores”, nel suo sbertucciare con mordacità la classe dei soloni da degenere democrazia né risparmiando i cives parolai e complici compiacenti, che continuano ad alimentare il circuito del vassallaggio da piccola barattopoli personale; il secondo, pittore e filodrammatico, accosta il linguaggio colto delle antiche aule ambiziose ad urgenze moderne e smanie, slogature e feticci contemporanei, scinde l’uomo nella sua dualità, ne fa la scansione impietosa fino alla ferita più intima e profonda.
Saveriano corteggia la Musa più raffinata e colta, agita fascine negro-neuromantiche, interpellando numi teatrali e letterari, ricorrendo quasi con un gusto per il crudele a cattedrali di non senso e complicati sistemi allegorici, passando però, con diversa pelle, per i fondali della memoria zeppa di colori e sussurri, fino a farsi naufragatore perfido e impietoso dei navigli sui quali viaggiano figure grottesche o laide, uomini e donne d’impudìca avidità e di valor nullo.
Vetromile di sé è nocchiero nell’imminenza dell’ignoto, un architetto delle vite altrui su carta e mastro vetraio della propria e loro caducità: imbussola l’ego e l’altro da sé in un procedere parallelo, adoperando parole e immagini che sono in fondo cuscini di solitudine nella compostezza di una disperazione brancolante. Guarda al mondo con dignità oracolare, con solletico semico del logos lo decritta nella polisemia e nella polimorfia del suo verso impegnativo, di lussuosa agglomerazione. E in fondo medita sulla condizione del travet, stringendone delicatamente, o avvincendone in una morsa, il patrimonio simbolico. Imbocca sovente le traiettorie di un’angoscia urbana che potrebbe disgregare nel rimpianto e nella frustrazione il diritto a un bilancio (etimologicamente precario), e la coesistenza macerata con l’insondabile dell’Es, che proiettiamo nelle edificate cattedrali del Motore Divino.
Gerardo Iandoli si cela, si perveste e si denuda per l’annunciato, agognato, inafferrabile/in afferrato amore; ma il suo erotismo assume i connotati del pretesto allucinato per riciclare intuizioni sul banale e sul sublime, e presto si fa psiche con l’occhio dell’alacre, imperterrito osservatore.
Claudia Iandolo, icona irpina di una scrittura graffiante e pellucida, incantevole e vellutata, aspra e cauterizzante, gioca il ruolo di critico, affiancata da Paolo Saggese, leader della poesia irpina da riscattare e da rimuovere dalla nicchia dell’artata dimenticanza.
Il giovane cinefilo-critico cinematografico Angelo Iermano, studioso, tra le altre cose, di linguaggi visivi, modera le esuberanze di autori e relatori, mentre attori storici e recenti dell’Associazione Logopea, Mena Matarazzo, Costantino Pacilio, Michele Amodeo, la piccola e bellissima Giovanna D’Onofrio, declameranno senza enfasi brani scelti dai poemetti contenuti nell’antologia esemplare. Intermezzi musicali a cura di Lucio Lazzaruolo e Raffaele Villanova, al secolo membri portanti della band Notturno Concertante.
Lunedi 10, invece, il gruppo va in trasferta a Salerno, dov’è ospitato, grazie ai buoni uffici di Anna Ciufo,  dal Centro Artisti Salernitani. Cambio di guardia per il sostegno critico, affidato ai brillanti universitari Davide Pollina e Riccardo Picariello, che dopo una panoramica sugli sbocchi della poesia dal Novecento al secolo in corso, illustreranno le ragioni poetiche e setacceranno intenti, permanenze e camminamento dei sei eliconici “dallo sguardo lungo”.
La poesia, dichiarata morta puntualmente, puntualmente si protesta araba fenice: fin troppo vitale, deve essere filtrata cum grano salis dall’ingorgo dei pennaroli all’assalto di notorietà esasperate ed esasperanti nel sottobosco di gruppuscoli impavidi e imprudenti, per la gioia di C.E. dal nodo scorsoio sempre pronto a spezzare l’osso del collo.
“Il Nettare e la Musa” riunisce poeti non modaioli, lontani da atteggiamenti castaroli, impegnati a non celebrare se stessi e a non tallonare testimonial più o meno illustri per avallare e coonestare il proprio estro creativo. Posizione ormai abbandonata dalla valanga melmosa di impettiti improvvisatori, zitelle isteriche, madri pazzoidi, matusalemme da cartolina seppiata, giovani imbecilli esaltati, furbe meretrici di provincia e imbambolati scopiazzatori di pietre miliari, che ormai si studiano (male e superficialmente) soltanto a scuola.

LOGOPEA






                                                      

martedì 28 maggio 2013

Sabato 1 giugno la cerimonia di premiazione del Concorso Resy Ceccatelli


Si svolgerà sabato 1 giugno alle ore 10.30, nell'Aula Consiliare del Comune di Sant'Anastasia, la cerimonia di premiazione della prima edizione di un importante concorso letterario ideato e programmato dal Lions Club Sant'Anastasia Monte Somma, Presidente arch. Giacomo Vitale, avvalendosi della collaborazione tecnica del Circolo Letterario Anastasiano di Giuseppe Vetromile.
Si tratta del Concorso Nazionale di narrativa inedita "Resy Ceccatelli", intitolato appunto alla nobildonna Resy Ceccatelli che fu un'attiva Lion.
Alla cerimonia, che gode del patrocinio morale del Comune di Sant'Anastasia, interverranno, oltre al Sindaco dott. Carmine Esposito e all'arch. Giacomo Vitale, che daranno il benvenuto, illustri personalità della Cultura e dei Lions, quali il Filosofo prof. Aldo Masullo, il prof. Don Lino D'Onofrio, Vicario Generale della Diocesi di Nola, la dott.ssa Silvia Pucci, figlia della nobildonna Resy Ceccatelli, il dott. Gianfranco Sava, Governatore del Lions Club International Distretto 108YA.
Saranno presenti anche i vincitori di questa prima edizione del concorso: la scrittrice Ornella Fiorentini di Ravenna, primo premio; lo scrittore Manfredo Di Biasio di Fondi, che riceverà il premio speciale "Dal sud il rilancio del paese"; la scrittrice Nicoletta Fazio di Lanciano, premio speciale "Ambiente e territorio", e la scrittice Rita Muscardin di Savona, premio speciale "Pace e promozione sociale".
La Giuria, composta dalle scrittrici Anna Bruno e Flavia Balsamo, dall'arch. Giacomo Vitale e dal poeta Giuseppe Vetromile, consegnerà gli attestati di segnalazione di merito ad altri cinque validi autori.
Due allievi della Scuola di Teatro Gregorio Rocco diretta da Carmine Giordano, leggeranno stralci delle opere premiate.
Il Lions Club Sant'Anastasia Monte Somma conferma così la sua proficua e attiva presenza sul territorio per quanto concerne la programmazione e la diffusione di eventi di alto profilo culturale, operando in sintonia con altre associazioni, quali, appunto, il Circolo Letterario Anastasiano.

La danza delle stelle

L'Associazione Culturale "M.A. - Movimento Aperto" di Ilia Tufano, Via Duomo 290/c, Napoli, ospiterà giovedì prossimo 30 maggio 2013, alle ore 18.00, il poeta, saggista e critico letterario Raffaele Urraro. A presentarlo sarà Giuseppe Bilotta, ideatore e organizzatore dell'evento. Saranno poi lette alcune poesie di Raffaele Urraro tratte dalla sezione "La danza delle stelle" del libro "Poesie", Marcus Edizioni, Napoli. Le letture sono affidate ai poeti Rosanna Bazzano e Giuseppe Vetromile.

Associazione Culturale M. A. Via Duomo 290/c, Napoli. Info 333.2229274

venerdì 24 maggio 2013

Il poeta Luigi Fontanella a San Giuseppe Vesuviano

E' stato un vero successo la presentazione del nuovo libro di poesie di Luigi Fontanella, "Disunita ombra", avvenuta nella sala consiliare del Comune di San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, mercoledì scorso 22 maggio. Pubblico numeroso, attento ed entusiasta, molti gli amici. Dopo i saluti del vicesindaco, il poeta e critico Raffaele Urraro ha esposto e approfondito con una relazione interessantissima i punti salienti della poetica di Fontanella, il quale ha poi concluso con dotte riflessioni sulla poesia in generale e sul suo stesso progetto poetico, leggendo alla fine alcuni testi tratti dal libro.
Ricordiamo che Luigi Fontanella è ordinario di Lingua e Letteratura Italiana presso la State University di New York, è poeta, critico, narratore e drammaturgo. Ha pubblicato vari libri di narrativa, di poesia e di saggistica. E' direttore della Rivista internazionale "Gradiva" ed inoltre è presidente della IPA (Italian Poetry in America).
Riportiamo qui di seguito la nota di Paolo Lagazzi in quarta di copertina.

Disunita ombra raccoglie il lavoro recente di una delle voci più vive ed autentiche dell'attuale poesia italiana, un lavoro la cui cifra di fondo consiste in una grande libertà di forme espressive e di intonazioni formali. Spaziando dal respiro lungo del petit poème en prose alla colloquialità prensile del racconto in versi, dai timbri di una moderna elegia della memoria al battito verticale ed epifanico delle accensioni improvvise, Luigi Fontanella ci accompagna con i suoi versi tra i luoghi, le persone, le emozioni e gli eventi dalla sua complessa, vasta esperienza fra l'Italia, l'Europa e l'America. Proprio in una città magmatica ed estrema come New York possono paradossalmente scaturire richiami arcaici e inviti alle suggestioni del mito, un mito tuttavia mobilissimo, rivissuto dall'autore tornando, da una parte, alle radici profonde del suo immaginario, e dall'altra evocando il mondo variegato e cosmopolita da lui frequentato. Libro multiforme e seducente, corrusco e tenero, realistico e visionario, Disunita ombra sa parlare in modo indimenticabile delle paure, dei desideri e dei sogni dell'uomo scisso e sofferente di oggi, ridando fiato a una parola ricca di forza salvifica.

Luigi Fontanella, Disunita ombra, Archinto, RCS Libri S.p.A., Milano, 2013. Prefazione di Sebastiano Aglieco.

Alcune foto della presentazione a San Giuseppe Vesuviano:





G. Vetromile, 24/5/13

mercoledì 22 maggio 2013

Le "Dicotomie" poetiche di Nazario Pardini


Perché questo titolo così particolare per un libro di poesie? Particolare e perentorio, aggiungerei, diverso certamente dalla maggior parte delle pubblicazioni poetiche, per le quali l'autore generalmente usa come titolo una delle poesie della raccolta, magari quella più significativa, per lui, o quella che più delle altre racchiude in sé il progetto comunicativo dell'intero libro. Ed è giusto, perché il titolo di un libro, che sia esso un romanzo, un saggio, una raccolta di poesie o altro lavoro scritto, deve in qualche modo richiamare l'attenzione sul contenuto, ne deve essere il faro attraente e non disperdente, ne deve essere il nocciolo, il nucleo, come il protone centrale dà significato e identità all'atomo e alla materia.
Dicotomie, dunque, è un titolo che fa eccezione, pur nella sua eccellenza ed eleganza verbale. Non è il titolo di una delle poesie inclusa nel libro, ma è comunque vero che il lettore attento (e amante della poesia, di una poesia niente affatto superficiale e blanda, bensì di una poesia di alto spessore qualitativo, sia per contenuti che per modalità espressive...) saprà individuare nel lungo e interessante filo poetico che l'autore, Nazario Pardini, tesse, i nodi, le coincidenze, i rimandi e le fondamenta comuni che uniscono una poesia all'altra. C'è infatti un cemento sostanziale di fondo, in questo libro, e parlo naturalmente della sezione dedicata alle poesie (il libro, come vedremo, è arricchito da altre sezioni letterarie), che riesce a tenere insieme gli impeti quasi deflagranti di un dire poetico a 360 gradi, come suol dirsi, e che accolgono le esigenze proprie del poeta a voler considerare il tutto osservato e osservabile anche se separato e lontano vicedenvolmente nel tempo e nello spazio. Da qui le dicotomie di Nazario Pardini, che non vogliono esprimere, secondo me, delle nette e categoriche divisioni o visioni del mondo in due parti opposte, una positiva (bene) e una negativa (male), bensì vogliono essere delle continue "oscillazioni" tra due o più poli di idee e contenuti, che nell'insieme si integrano e si completano: "Ora è il cemento che guasta la collina / e di gran corsa / l'odore di benzina. Su quel colle / non profumano più quei bocci bianchi; / ci sono uccelli a branchi / che roteano largamente sui detriti / dell'ingordigia umana" (Da: "L'albero in cima alla collina", p. 25): è solo un esempio, questo brano, e ne possiamo trovare tantissimi altri, di come già all'interno dei testi sia possibile trovare alternanze dicotomiche che separano, in questo caso, la natura (l'albero in cima alla collina, gli uccelli a branchi) dall'opera disgregante dell'uomo (l'odore di benzina, l'ingordigia umana).
Si avverte dunque una continua tensione, nei testi "dicotomici" di Nazario Pardini, uno stiramento, una elongazione, se è lecito usare questo termine tecnico, che tuttavia mantiene intatto il corpo poetico di ciascuna lirica, non provoca sfilacciamenti estremi o mancanze improvvise di territorio poetico. La poesia di Nazario Pardini è infatti un dire circolante e continuo tra quei "poli" referenziali di cui accennavo più sopra: la memoria e i ricordi, ad esempio ("Si faceva la guerra di trincea / nel fango delle veglie o del solleone ... / C'è un sorriso / sul volto della Storia ed il destino / gioca con noi e cambia il suo cammino", da "La trincea", p. 30); e poi l'umanità ("... Allora esisto. Esisto veramente. E questa è vera gioia. Quel che provo / è il potere dei sensi che traducono / il bello delle cose in sentimenti, / anche se vani, prova della vita", da "La prova della vita", p. 58), e poi ancora la natura: ("Mi trovo qui davanti alla tua piana / frammentata da scaglie ed azzannata / da becchi di uccelli voraci / ed insaziabili. Mare! Mio mare!...", da "Colloquio con il mare", p.61; e ancora:"Pinete, / sempreverdi alcove / di contorno al mare; / il profumo acuto / del pino e del moreccio / si fanno più forti in autunno..."; da "Pinete", p.113).
In questa circolarità di temi (che denota una profonda sensibilità umana e sociale da parte dell'Autore, anche e soprattutto nei confronti del mondo abitato e della natura, nel trattare con esiti poetici davvero alti la summa delle sensazioni, delle immagini, degli stati d'animo, delle riflessioni, degli slanci di rammarico ma anche di gioia, che troviamo disseminati in tutto il percorso lirico del libro), Nazario Pardini propone al lettore il suo progetto poetico, che è completo, che è originale, che è valido sotto tutti gli aspetti e modalità che fanno di un libro di poesie qualunque un ottimo libro di poesie, riferimento importante in questa piazza poetica attuale, dove il qualunquismo letterario la fa purtroppo da padrona.
Il linguaggio poetico di Nazario Pardini è molto interessante: è lirico, è diretto, a volte è colloquiale, un colloquio che è essenzialmente rivolto a se stesso, quasi un voler accentuare nelle domande che egli si pone, nelle riflessioni sulla vita e sulla morte, il mistero che non può esere risolto umanamente, ma soltanto in un confronto diretto con Dio ("Ti ho posto la questione tante volte! / Questa mia vita, / questa mia vita mia che cosa è mai?... Io la vorrei da Te, dall'Alto Cielo / la conferma che esisto per davvero", da "Esisto?", p. 42).
Il libro è complesso, tipograficamente gradevole e ben strutturato. Impreziosito dall'ottima e puntuale prefazione di Sandro Angelucci, è diviso in tre "scomparti" o sezioni poetiche: "Dicotomie", "Racconti in versi", e "D'amore di terra e di mare" (in cui sono raccolte le liriche dal 1980 al 1990). Vi è poi una lunga ed esauriente sezione del libro, alla fine, dove sono riportate le tantissime "Note critiche", prefazioni e commenti vari sulla poetica del nostro Autore. Tutto ciò fa risaltare ancora di più il prezioso messaggio poetico di Nazario Pardini, il quale si colloca certamente tra gli autori di poesia, e non solo, più validi e significativi dell'attuale panorama letterario nazionale.

Nazario Pardini, "Dicotomie", The Writer Editions, Milano, 2013; prefazione di Sandro Angelucci. Pagg. 317, Euro 16,00

Giuseppe Vetromile
22/5/13

Il II Volume dell'Antologia "Transiti Poetici"

CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

"Gusti di...versi", Ristorante Albergo dei Baroni, Sant'Anastasia (Na), 13 marzo 2015

La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"